Non è andata al lavoro, Sadjide Muslija, 50 anni ancora da compiere, origini macedoni. Il cellulare spento, nessuno in casa. E i colleghi, allarmati, telefonano al 112.
Quando sono arrivati i carabinieri in via Garibaldi, a Pianello Vallesina, frazione di Monte Roberto, Ancona, per lei non c'era nulla da fare. Massacrata di botte, uccisa, in camera da letto. Scomparso il marito, Nazif Muslija, 50 anni, sempre di origini macedoni e, soprattutto, condannato, dopo patteggiamento, per maltrattamenti e minacce. Pochi mesi prima l'uomo aveva rincorso la moglie con un'accetta minacciando di ucciderla. Dopo la sentenza e la separazione, inspiegabilmente, Nazif torna a vivere con la donna. Eppure botte e maltrattamenti sono continui. In particolare il 12 aprile Sadjide, all'ennesimo litigio, si barrica in una stanza. Nazif non ci pensa due volte e, afferrata un'ascia, sfonda la porta. "Stasera ti ammazzo" urla mentre le distrugge il cellulare. Sadjide riesce a fuggire cercando rifugio in casa dei vicini. A quel punto Nazif si precipita dal presunto amante, assente in quel momento, e anche lì prende ad accettate la porta.
L'uomo viene bloccato subito dopo dai carabinieri, il magistrato dispone gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico. La donna è così costretta a trovare un'altra sistemazione. Ma Nazif viene trovato più volte fuori di casa tanto che il gip di Ancona revoca l'ordinanza e ordina il trasferimento in carcere. Agli inquirenti la poveretta racconta che i maltrattamenti, e le violenze fisiche, vanno avanti da due anni. Tre mesi dopo l'uomo viene condannato a un anno e dieci mesi con l'obbligo di partecipare a un corso di recupero per uomini violenti. Sembra cambiato, lo spera pure la moglie che rinuncia alla separazione e torna a vivere con lui.
Eppure qualche tempo prima, a gennaio 2025, il marito sfonda il parabrezza della sua auto, sempre con un'ascia, provocandole ferite varie con una prognosi di trenta giorni. L'uomo, per questa aggressione, se la cava con una denuncia per lesioni. Ieri mattina l'epilogo, drammatico, che probabilmente si poteva evitare. Operaio in una impresa della zona, in tarda mattinata il suo principale va a cercarlo a casa e lì trova i carabinieri. I primi a intervenire, ieri, sono i militari della stazione di Moie di Maiolati Spontini, Ancona. Sono le 13. L'appartamento aperto e le chiavi inserite nella toppa. Sono loro a trovare il corpo senza vita di Sadjide riverso sul letto, con profondi segni di percosse in testa, il volto completamente sfigurato, sangue ovunque. Sul posto, oltre al magistrato di turno, il pm Rosario Lioniello, il nucleo investigativo di Ancona e i colleghi della compagnia di Jesi. Gli esperti della sezione scientifica lavorano fino a sera per rilevare ogni elemento utile sulla scena del crimine. La coppia ha due figli, un maschio di 27 anni che risiede in Svizzera e una femmina che da tempo non vive più con loro. L'unico sospettato dell'89esimo femminicidio in Italia dall'inizio dell'anno, il marito della vittima, si sarebbe allontanato a bordo di una Smart.
Le ricerche sono state estese, oltre che nell'anconetano, in tutt'Italia con l'allarme diramato alle frontiere, soprattutto quella con la Svizzera. Sotto choc la piccola comunità a cominciare dal sindaco di Monte Roberto, Lorenzo Focante e i colleghi della ditta di imballaggio dove lavorava Sadjide.