Coronavirus

Un anno infinito una vita perduta

Il virus varia e si adatta per sopravvivere, noi invece ci adattiamo e basta. Per farlo vivere e per sopravvivere, noi, a malapena

Un anno infinito una vita perduta

Il virus varia e si adatta per sopravvivere, noi invece ci adattiamo e basta. Per farlo vivere e per sopravvivere, noi, a malapena. Questo almeno finché non saremo vaccinati in massa e non avremo raggiunto l'immunità di gregge. Tra le polemiche autistiche dei virologi e la generale sottomissione, il lockdwon ha fatto il suo primo compleanno, completo, parziale, a colori, ma pur sempre nelle nostre esistenze, come fatto o come minaccia. Ricordate quando reclusi ma già rispettosi delle regole, cantavamo dal balcone e mostravamo l'hashtag Io resto a casa? In effetti siamo stati accontentati. Al di là dei confinamenti ciclici e parziali, da mesi bar e ristoranti chiudono alle 18 e dalle 22 c'è il coprifuoco. A casa niente cene con gli amici e niente feste, poche persone possibilmente congiunti, niente spostamenti fra le regioni, se non con cavillose autocertificazioni. Il primo diritto a cui abbiamo abdicato è quello della libertà. Il più retorico forse, il più delicato: la libertà l'abbiamo sempre avuta, ereditata dalle battaglie altrui, e sacrificarla a poco a poco per la salute ci sembra naturale. Il cervello umano elabora in fretta nuove abitudini e nuove impossibilità, però sorprende lo scarso clamore mediatico, le scarse manifestazioni di piazza. Anche le sardine erano in letargo e si sono risvegliate solo per le dimissioni di Zingaretti e la crisi di identità del Pd. Cose rilevanti della cronaca politica, ma meno per la nostra felicità sociale e per sbarcare il lunario. Appunto, la fame. Il Pil è crollato, i nuovi poveri sono aumentati riportandoci indietro di 15 anni, ma sembra che davvero nessuno capisca fino in fondo cosa accadrà quando le aziende potranno licenziare. Milioni di lavoratori finiranno per strada perché inadatti alle richieste del mercato digitale in cui il Covid ci ha piombato con dieci anni di anticipo. Intanto molti di quelli che lavorano da casa, sanno che l'ufficio non lo rivedranno mai più. Capitolo consolazioni, funziona poco pure il calcio (crollo degli ascolti con gli stadi senza pubblico) e anche Sanremo, un po' perché le canzoni sono poco orecchiabili, un po' perché, al di là del talento di Fiorello, in un anno di reclusione, abbracciati ai nostri ragazzi senza scuola, abbiamo scoperto le serie. Il Tramonto della cara tv generalista sarà più lungo del diesel ma è iniziato. Vi lascio, la cena ordinata con deliveroo è arrivata, domani mi collego con una radio via zoom e con una tv via Skype.

La vita è tutta on line ragazzi, ma attenti al sexting, perché i divorzi sono reali.

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