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Gli antagonisti si nascondono

Timori di scontri e rischio pioggia. Questura in allarme

Gli antagonisti si nascondono

Milano Le anticipazioni di ieri sono state infauste: uno striscione dai toni a dir poco violenti contro il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini appeso davanti alla facciata dell'Università Statale e una sezione della Lega in Darsena presa d'assalto. Per oggi gli Antagonisti hanno preannunciato alla questura la presenza di 5mila persone; la polizia, che li conosce bene, sostiene che non arriveranno a tremila. E, quel che più conta, viste le varie anime che li popolano - dai centri sociali giovanili fino all'associazionismo cattolico - saranno «meno conflittuali del previsto». Naturalmente salvo sorprese dell'ultimo minuto. Ovvero a meno che la componente anarcoide dell'antagonismo milanese non si palesi all'improvviso a scippare una parte di corteo, infischiandosene di divieti territoriali e soprattutto delle forze dell'ordine in tenuta anti sommossa che tenteranno di ostacolarli, per marciare indomita verso piazza Duomo dove Salvini e i leader sovranisti europei si riuniscono per la chiusura della campagna elettorale. Uno scenario semi apocalittico dal punto di vista dell'ordine pubblico che la questura tende a escludere (o forse solo a scongiurare?).

La verità è che ciò che accadrà oggi pomeriggio durante la «contro manifestazione» dal titolo apparentemente giocoso Gran Gala del Futuro, Indietro non si torna organizzata da «Non Una Di Meno» e «Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale» dipende molto anche dalle previsioni, ma meteorologiche. Si sa che, come si canta in corteo, l'«Antagonista bagnato ha un effetto dimezzato» e per stamane il bollettino avverte che gli ombrelli potrebbero dover restare aperti per tutte le 24 ore. Inoltre è vero che il questore Sergio Bracco ha dato l'okay affinché centri sociali come «Il Cantiere» e il «Lambretta», ma anche associazioni come «Mediterranea», che coordina Onlus e Ong attive negli interventi pro migranti in mare o i volontari laici del «Naga», possano riunirsi in presidio in piazza del Cannone con musiche, danze e spettacoli di teatro a partire dalle 14, per poi sfilare lungo la circonvallazione interna della città.

Tuttavia se quello che almeno all'apparenza si presenta come un corteo non modellato sull'antifascismo militante bensì sul concetto di «noi siamo un'altra cosa», più colorito che politicamente colorato, tentasse invece di superare il confine di piazza della Guastalla e di piazza Missori per sferrare l'attacco alle 20mila persone riunite in piazza Duomo in nome del Carroccio (attenzione, non un manipolo di ragazzi di «CasaPound») la polizia si troverebbe costretta a sbarrare la strada a suon di manganellate.

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