Cronache

Anziana uccisa: rapina finita male. Arrestati tre conoscenti della donna

In manette l'ex inquilino ucraino, sua nipote e un amico

Anziana uccisa:  rapina finita male.  Arrestati tre conoscenti della donna

Una rapina finita nel peggiore dei modi. Anna Maria Burrini, 81 anni, è stata prima narcotizzata poi strangolata e uccisa con un laccio di scarpe. Dopo 5 giorni gli assassini, un uomo ucraino di 39 anni e sua nipote di 25 anni, sono stati fermati con l'accusa di omicidio colposo e rapina aggravata mentre un 23enne senese è stato denunciato per concorso in omicidio e rapina. L'uomo, già condannato in Patria per omicidio, da anni in Italia, è stato fermato vicino al luogo del delitto con addosso il denaro, 1500 euro, e alcuni gioielli sottratti alla vittima. Ex inquilino dell'anziana, che affittava camere della sua abitazione di largo Sassetta 2, a Siena, l'ucraino aveva studiato il piano per svaligiare la donna nei minimi particolari. Si era fatto spedire, tanto per cominciare, un narcotico dall'Ucraina. Poi, con la scusa di concludere un affare, l'acquisto di un fondo commerciale della Burrini, si era presentato in casa assieme alla nipote.

La conosceva bene la signora Burrini, era stato suo inquilino fino a fine febbraio ma aveva mantenuto con lei ottimi rapporti procurandole diversi clienti, tanto da ottenere la sua fiducia. Qualcosa, però, non va come previsto. I due stranieri provano ad addormentare l'anziana. Il sonnifero, versato in un succo di frutta, non fa l'effetto sperato. È l'ora di pranzo del 26 settembre, oltre ai tre nell'appartamento non c'è nessuno. La proprietaria non ne vuole sapere di addormentarsi, c'è il rischio che rincasi un altro affittuario, bisogna fare presto. Il 39enne cerca di soffocarla, lei si dimena e allora l'assassino afferra il laccio e glielo stringe attorno al collo fino a ucciderla. Il giorno dopo, quando il coinquilino torna, la porta della sua stanza non si apre. Chiama i parenti dell'ottantenne, che vivono lontano. Temendo un malore, gli ordinano di sfondare la porta. Sono le 19,50 di martedì: a trovare il corpo i vigili del fuoco, stesa sul letto supina e con evidenti segni sotto il mento e sul collo.

La camera messa letteralmente a soqquadro, soldi e preziosi spariti. Per il medico legale, arrivato sul posto con il magistrato e gli esperti della polizia scientifica, non ci sono dubbi: morte violenta per strangolamento avvenuta almeno 24 ore prima. La squadra mobile mette sotto controllo i telefoni di alcune persone, tra queste l'ucraino. Secondo dei testimoni la vittima era convinta che una sua inquilina le avesse fatto sparire del denaro, motivo per cui l'avrebbe mandata via. Le indagini si concentrano, però, sull'ucraino. Le celle telefoniche lo collocano all'ora dell'omicidio proprio a largo Sassetta. Non solo. I giorni successivi al ritrovamento del cadavere l'uomo torna più volte sul luogo del delitto, forse per cancellare tracce lasciate nella fretta.

La nipote, dopo ore di interrogatorio, confessa: «Siamo stati noi a rubare, ma a uccidere la vecchia è stato solo mio zio».

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