Un filo di imbarazzo per gli arresti dei No Tav che le sporcano la marcia trionfale verso Palazzo Civico. E l'occhiolino all'elettorato di centrodestra che vuole più sicurezza: il Comune di Torino risarcirà gli over 65 derubati e scippati.
Chiara Appendino è a letto, con la febbre, ma continua il difficilissimo slalom cercando di non scontentare nessuno. I ragazzi dei Centri sociali che nella notte di domenica sventolavano le bandiere contro l'Alta velocità, e le famiglie piccolo borghesi che vivono con ansia e preoccupazione l'ondata migratoria e la criminalità.
Dunque, appena eletta e non ancora insediata, Appendino si trova a dover fare i conti con i 9 arresti disposti dai giudici subito dopo il ballottaggio. Lei si barcamena e cerca di non compromettere la propria immagine ecumenica: «Non è compito del sindaco commentare l'operato della magistratura che, come è noto, è un organo indipendente. C'è un clima evidente di tensione - è la concessione al movimenti che l'ha sostenuta - per la mancanza di risposte politiche che noi speriamo di poter colmare, riportando al centro del dibattito le legittime ragioni del no all'opera». Del resto il giorno prima, nella conferenza stampa con cui si è presentata ai giornalisti, Appendino si era sfilata facendo notare che il sindaco non ha poteri sull'argomento. Al massimo potrà far valere le proprie idee al tavolo dell'Osservatorio e, nel caso, abbandonarlo. Ma se così sarà, sarà più un fatto simbolico che di sostanza.
Insomma, il metronomo batte un ritmo forsennato, lei studia e si prepara al passaggio formale delle consegne, che avverrà il 30 giugno, ma intanto tiene un profilo basso, disinnesca le polemiche. Evitando, nei limiti del possibile, le grane non necessarie.
Si lavora alla squadra che l'affiancherà e si è capito che il capitolo sicurezza avrà un contenuto assai corposo. Due le misure in evidenza: indennizzi per gli anziani vittime di delinquenti. Ancora, il rafforzamento dei vigili di quartiere che Appendino considera molto importanti per ristabilire un rapporto, oggi logorato, fra le istituzioni e i cittadini, e perché alcune fasce sociali, vedi le donne sole, hanno bisogno di un punto di riferimento in un tessuto sociale sempre più problematico e talvolta ostile.
Il temuto strappo, la rottura in chiave antagonista di un modello politico e sociale che è andato avanti per più di vent'anni, non ci sarà. O comunque sarà meno netto di quel che alcuni temono.
Anzi, la giunta Appendino riciclerà anche personaggi che provengono dal passato: l'esempio più clamoroso è per il momento quello di Sergio Rolando, dirigente regionale ai tempi di Mercedes Bresso e Roberto Cota. Per lui è pronta la poltrona, strategica, di assessore al Bilancio. La composizione del team che affiancherà il primo cittadino verrà completata nei prossimi giorni, con le nomine, ancora non definite, degli assessori alla Cultura, ai Trasporti e alla Sicurezza.
Intanto, Piero Fassino prepara gli scatoloni, annuncia di non avere velleità ma di accontentarsi della sedia di semplice consigliere comunale, denuncia l'arroganza dei Cinque stelle.
L'ex ministro convoca taccuini e telecamere e se la prende con Paolo Giordana, funzionario comunale che diventerà il capo di gabinetto della sindaca: «Sarebbe bene che Giordana evitasse di girare per gli uffici con liste di proscrizione per dirigenti o funzionari da promuovere o spostare. Gli ricordo che da quando sono diventato sindaco nessuno è stato trasferito e la valutazione si è limitata alla professionalità del singolo». Ma Appendino non ha tempo per rispondere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.