Approvato alla Camera il testo sul fine vita. Ora c'è lo scoglio Senato

La Camera ha approvato la legge sul fine vita con 253 voti favorevoli, 117 contrari e un astenuto. Ora la palla passa al Senato

Approvato alla Camera il testo sul fine vita. Ora c'è lo scoglio Senato

La Camera ha approvato la legge sul fine vita con 253 voti favorevoli, 117 contrari e un astenuto. Il testo ora passa al vaglio del Senato dove i numeri sono più ristretti per la componente giallorossa, sostenitrice del provvedimento.

Enrico Letta, però, si è mostrato tranquillo: "Sono meno preoccupato rispetto al Ddl Zan, perché siamo riusciti a creare uno schieramento più largo attorno a un tema che è cambiato nel tempo". Il segretario del Pd, rispondendo su Twicth a una domanda di Ivan Grieco, si è augurato che il Senato “faccia rapidamente la sua parte" e confida in un appoggio più ampio e trasversale di quello che ha avuto il Ddl Zan. Giuseppe Conte sui suoi profili social ha rinnovato il sostegno del M5S al provvedimento e ha aggiunto: "Con il percorso che abbiamo avviato difendiamo, innanzitutto, il principio della dignità umana, bilanciando il fondamentale diritto alla vita con il diritto all'autodeterminazione della persona, e rafforziamo anche il diritto alle cure palliative, colmando un vuoto normativo che generava incertezze e aggiungeva sofferenze a sofferenze".

Forza Italia, così come Italia Viva, ha deciso di lasciare libertà di voto su un tema così delicato ed eticamente sensibile. A tal proposito Renata Polverini, annunciando il suo voto favorevole al provvedimento, ha spiegato: "Penso che ciascuno di noi, purtroppo, abbia avuto esperienze dirette di persone care. Ecco quelle persone ci chiedevano non di essere liberate dalla vita, ma di essere liberate da qualcosa che non gli assomigliava più. Questo per me è sufficiente per votare favorevolmente a questo provvedimento". Il dibattito sul voto si è acceso proprio quando l'ex grillino Giorgio Trizzino ha concluso il suo intervento augurandosi che tutti coloro che hanno votato contro tale legge non abbiano a pentirsene, sollevando notevoli proteste dai banchi del centrodestra per questa sua posizione. Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, onlus che in questi giorni è stata presa di mira dalle femministe antiabortiste, annuncia battaglia:"Siamo pronti a una grande manifestazione nazionale per la Vita contro il tentativo del Parlamento di introdurre in Italia l'eutanasia, che nel mondo spinge e induce alla morte malati, anziani, soli, depressi anche minorenni e disincentiva gli investimenti in assistenza socio-sanitaria e in cure palliative da parte dello Stato, istituzionalizzando la "cultura dello scarto" denunciata da Papa Francesco”.

.Ma veniamo al merito della legge in discussione in Parlamento a seguito delle sollecitazioni arrivate dalla Corte costituzionale. Lo scopo è di normare la morte volontaria medicalmente assistita, individuando i requisiti della richiesta e le modalità in cui essa debba verificarsi. La legge prevede la non punibilità per il personale medico-infermieristico e amministrativo coinvolto e per chi abbia agevolato il processo di fine vita del malato. L'articolo 6 della legge riconosce l'obiezione di coscienza per il personale sanitario e crea i Comitati per la valutazione clinica presso le Aziende Sanitarie territoriale. L'articolo 1, invece,"disciplina la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile, di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita".

L'atto"deve essere il risultato di una volontà attuale, libera e consapevole di un soggetto pienamente capace di intendere e di volere". La richiesta deve essere fatta in forma scritta oppure, in determinati casi, anche tramite una videoregistrazione o con un “qualunque altro dispositivo idoneo che gli consenta di comunicare e manifestare inequivocabilmente la propria volontà, alla presenza di 2 testimoni". La richiesta, poi, passa al vaglio del medico e del Comitato per la valutazione clinica territorialmente competente che ha 30 giorni per esprimere il suo parere. Nel caso in cui la domanda non venga accolta, il richiedente ha 60 giorni di tempo per presentare un ricorso al magistrato.

Il decesso per morte volontaria medicalmente assistita, è equiparato al decesso per cause naturali a tutti gli effetti di legge. Il testo prevede una disposizione transitoria per le morti medicalmente assistite che si sono verificate prima dell'entrata in vigore della legge.

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