Archiviati i due sanguinosi risarcimenti da 4 e 6 milioni sul grattacielo della Regione

Dopo anni di guerre a colpi di carte bollate e richieste milionarie, scoppia improvvisa la pace tra l'archistar (di sinistra) Massimiliano Fuksas e la Regione Piemonte, da un anno in mano al Pd con Sergio Chiamparino al timone. Col precedente governatore, il leghista Roberto Cota, era stata battaglia, fino agli esposti alla Corte dei conti per la super-parcella da 20 milioni di euro per la costruzione del nuovo palazzo della Regione, il grattacielo firmato appunto Fuksas e messo in cantiere dalla giunta della democratica Bresso.

Dopo mille intoppi e difficoltà, tutto lasciava presagire il peggio: da una parte l'architetto chiedeva un risarcimento da oltre 4 milioni di euro per la mancata «supervisione artistica», dall'altra la controdenuncia da 6 milioni di euro della Regione anche per i danni «derivanti da errori progettuali» compiuti dallo studio del maestro. Insomma un disastro. E invece no, forse grazie a una ritrovata sintonia politica tra l'archistar e la giunta di centrosinistra, il contenzioso si è risolto come niente fosse, con una conciliazione, tutti amici come prima, anzi di più. A Fuksas, dopo averlo portato in tribunale, la Regione Piemonte assegna nientemeno che la direzione artistica per le opere rimanenti. Ma, si evidenzia con orgoglio, «a titolo gratuito». E ci mancherebbe pure. «Si tratta - dice il presidente Chiamparino - di una transazione a costo zero, che offre al contempo la collaborazione col progettista sulla realizzazione di una delle opere di edilizia pubblica più importanti d'Italia». E anche tra le più contestate.

Mentre molti, a partire dai Radicali, chiedono la massima trasparenza sui termini precisi della nuova collaborazione di Fuksas, restano in piedi le inchieste sul grattacielo. Quella della Procura, sulle varianti in corso d'opera e sui subappalti. E quella della Corte dei conti sulla lievitazione dei costi dell'opera e sulla congruità della parcella di 20 milioni riconosciuta a Fuksas.

Che adesso, dopo aver sputato su Torino («Una città chiusa, mi ha deluso»), ha ritrovato tutto il suo amore: «Manterrò gratuitamente la direzione artistica: è un regalo che ho deciso di fare ai piemontesi». Genio, e anche generoso.

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