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Dalla Puglia a Torino ecco il "metodo Pd" per ottenere i voti. Le ombre sugli appalti

Dopo gli arresti a Napoli e Trapani, l'inchiesta piemontese su Salvatore Gallo, padre del capogruppo dem in Regione: "Gestiva preferenze e posti". E il partito ora scarica il figlio

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Valigette piene di soldi, appalti in cambio di tangenti, assunzioni per amici e banconote per comprare voti. Dalla punta dello stivale all'operoso Piemonte. Quattro Procure ricostruiscono lo spietato «metodo Pd». I giudici di Napoli, Torino, Bari e Trapani delineano uno spaccato illegale che colpisce al cuore, sulla «questione morale», il Partito guidato da Elly Schlein. Il Giornale mette in fila fatti e inchieste. È la fotografia di un «sistema Pd». Identico nella spregiudicatezza. Soldi, soldi, soldi. E poi, voti per conquistare poltrone. Nell'ombra, si muovono imprenditori pronti a «comprare» appalti e finanziare le campagne elettorali. Un'inchiesta tira l'altra.

L'ultima, che investe la classe dirigente dem, esplode a Torino, la città amministrata da 31 anni da giunte rosse. Tranne per la parentesi della grillina Appendino. I magistrati della Dda di Torino indagano su infiltrazioni della ndrangheta negli appalti. Agli arresti domiciliari finisce Roberto Fantini, ex amministratore delegato di Sitalfa, carica che ha lasciato nel 2021. Cosa c'entra il Pd? Fantini è stato nominato dal Consiglio regionale del Piemonte, in quota Pd, come componente dell'Orecol, un osservatorio sulla regolarità degli appalti pubblici. Nell'inchiesta risulta indagato anche Salvatore Gallo (vicino a Fassino), padre di Raffaele Gallo (non indagato) capogruppo dei dem in Consiglio regionale del Piemonte e in pole per fare il capolista alle prossime regionali. Eccolo di nuovo il «metodo Pd». Gallo padre - viene descritto dai pm - come il «grande manovratore» della politica torinese. Fonda una corrente IdeaTo nel Pd. Gestisce pacchetti di tessere, indirizza le candidature ed elegge alle ultime comunali nel 2021, nella maggioranza che sostiene il sindaco Stefano Lo Russo, tre consiglieri comunali e una pattuglia di 8 consiglieri di circoscrizione. Chiede un assessore ma incassa il vicedirettore generale del Comune. Il «metodo Pd» funziona. Visite mediche gratuite in cambio di voti, concessioni e autorizzazioni edilizie, pressioni sui funzionari comunali per ottenere favori. Tutto finalizzato al risultato elettorale. Nel Pd piemontese la «questione morale» viene rimbalzata a Roma sul tavolo di Schlein. I vertici regionali e provinciali bloccano la candidatura di Raffaele Gallo.

Torino è profondo nord. Ma sembra di stare in Puglia. Nella «giunta Emiliano» dove l'ex assessore regionale Anita Maurodinoia è stata indagata due giorni fa in un'inchiesta della Procura di Bari per corruzione elettorale. Nel 2020 - secondo quanto scrivono i magistrati baresi per eleggere Maurodinoia servirono 20mila preferenze. Si mossero pacchetti di voti pagati 50 a voto. Voti e soldi riguardano anche la vicenda giudiziaria di Maria Carmen Lorusso, consigliere comunale di maggioranza a Bari con il sindaco Antonio Decaro.

Scendendo giù, verso Sud, ecco Napoli. Un'inchiesta su tangenti e appalti truccati porta in carcere (ora sono tutti liberi) Nicola Oddati, braccio destro di Nicola Zingaretti ai tempi della segretaria, Vincenzo Figliolia, ex sindaco Pd di Pozzuoli, Sebastiano Romeo, ex consigliere regionale Pd in Calabria e Luciano Santoro, anche lui del Pd, ex segretario provinciale a Taranto. Qui non ci sono voti comprati ma valigette di soldi che giravano a pochi passi dal Nazareno. Nella Sicilia di Peppe Provenzano, plenipotenziario di Elly Schlein, nel gennaio scorso, la Procura di Trapani ha arrestato il deputato regionale Pd Dario Safina.

Tutto torna al «metodo Pd».

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