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Arriva anche il "condonino" fatto su misura per i grillini

Saldo e stralcio, spunta il limite Isee 2019 a 20mila euro. E il ceto medio è tagliato fuori ancora una volta

Arriva anche il "condonino" fatto su misura per i grillini

Una sanatoria su misura dell'elettore pentastellato, cioè per gli italiani con redditi bassi e debiti tributari più o meno elevati. È quella che ieri il viceministro M5s dell'Economia, Laura Castelli, ha ipotizzato. «Penso che serva una rottamazione quater per gli anni dal 2016 al 2019 per dare respiro a quei contribuenti con morosità incolpevoli. Un nuovo saldo e stralcio potrebbe evitare la notifica di milioni di cartelle», ha dichiarato. Ma chi potrebbe essere interessato da un simile provvedimento e come potrebbe funzionare? Abbiamo approfondito il tema con il tributarista Gianluca Timpone.

LA SITUAZIONE ATTUALE

«Il governo vorrebbe concentrarsi sul quadriennio dal 2016 al 2019 perché Agenzia delle Entrate - Riscossione ha un magazzino da circa 1.000 miliardi di euro di crediti, ma di questi solo il 10-15% si può incassare perché il grosso riguarda soggetti falliti o nullatenenti», osserva Timpone. Il concetto di «morosità incolpevole riguarda - prosegue - tutti coloro che hanno dichiarato di dover pagare imposte e per difficoltà proprie non sono riusciti a far fronte alle proprie obbligazione: il 90% delle cartelle è di persone che hanno dichiarato e non versato».

COME FUNZIONA

Il «saldo e stralcio» consente non solo l'azzeramento di interessi di mora e sanzioni per ritardato pagamento, ma anche di abbattere il debito con il Fisco per una quota che può anche superare l'80 per cento. La rottamazione, pur cancellando interessi e sanzioni, prevede il pagamento di quanto dovuto per intero a rate o in soluzione unica.

LO SCOGLIO DELL'ISEE

La rottamazione del 2019 prevedeva il pagamento del 16% delle somme dovute (sconto dell'84%) con Isee fino a 8.500 euro, del 20% con Isee da 8.500,01 fino a 12.000 euro e del 35% se l'indicatore si attestava tra 12mila e 20mila euro. «In questa tornata - sottolinea Timpone - si dovrebbe utilizzare una percentuale unica di sconto, ma il migliore modello resta quello di Tremonti del 2002 con abbattimento del 75% e procedura aperta a tutti, allargando la platea dei beneficiari». L'Isee, a meno che non si estenda la procedura fino alla presentazione delle dichiarazioni 2020, tiene conto del reddito 2019 che non ha risentito della pandemia e potrebbe penalizzare «fino al 60% dei beneficiari».

LE STATISTICHE

Per comprendere meglio le preoccupazioni del tributarista, basta osservare le statistiche diffuse dal ministero del Lavoro un paio d'anni fa e relative al 2016. In quel periodo, quando l'Italia non era ancora in recessione, su oltre 4,5 milioni di famiglie che presentavano la dichiarazione Isee, circa 3,7 milioni rientravano sotto la soglia dei 20mila euro per un totale prossimo alle 11 milioni di persone. Chiaramente, una scelta simile taglierebbe fuori la classe media con problemi fiscali.

L'«ESDEBITAZIONE»

La middle class che volesse approfittare di un nuovo «saldo e stralcio» dovrebbe necessariamente passare per una procedura di riconoscimento della situazione di difficoltà da sovraindebitamento. «Occorre presentare domanda al Tribunale tramite l'organismo di mediazione che viene creato presso l'Ordine degli avvocati o dei dottori commercialisti che è il soggetto che presenta per conto del debitore la domanda», spiega Timpone aggiungendo che «costoro pagano il 10% della somma a debito con azzeramento di sanzioni e interessi». Solitamente il giudice deposita l'omologa del piano di esdebitazione (il cosiddetto «piano del consumatore») in 5-6 mesi.

CHE COSA SI PUÒ CONDONARE

Nel «saldo e stralcio» rientrano tutti i tributi nelle cartelle esattoriali: dall'Irpef all'Iva fino ai contributi Inps e Inail. Sono comprese anche le multe per le infrazioni al Codice della strada se vengono riscosse da Agenzia delle Entrate - Riscossione o se il Comune ha stipulato un accordo ad hoc.

LE RATE

Il «saldo e stralcio» del 2019 prevedeva cinque rate entro il 2021. Il dl Ristori consente a chi ha saltato le rate 2020 di pagarle entro il primo marzo.

Nel 2021 si potrebbe seguire la stessa falsariga.

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