Arriva il tetto agli stipendi Rai ma l'azienda vuole graziare le star

Viale Mazzini: «Il taglio non si applica agli artisti»

Arriva il tetto agli stipendi Rai ma l'azienda vuole graziare le star

Dai 2 milioni (circa) di stipendio l'anno alla miseria di 240mila euro soltanto? Per Fabio Fazio, conduttore milionario del servizio pubblico, così come per altri artisti sotto contratto in Rai - dai superpagati Carlo Conti, Flavio Insinna e Antonella Clerici in giù - l'articolo 9 della legge sull'editoria appena varata in Parlamento potrebbe essere una gran brutta notizia. Nel testo infatti viene applicato il tetto di stipendio massimo per le aziende pubbliche (i famosi 240mila euro) non solo ai dipendenti della Rai, ma anche «a collaboratori e consulenti Rai la cui prestazione professionale non sia stabilita da tariffe regolamentate». L'estensione del tetto a collaboratori e consulenti è stata introdotta, spiegano fonti governative, per evitare trucchi ed escamotage tali da aggirare i vincoli di stipendio (basta farsi inquadrare da consulente e il compenso non ha limiti). Ma il punto è: chi sono i collaboratori e consulenti della Rai? Anche gli artisti? I cantanti di Sanremo? I conduttori degli show? A Viale Mazzini sono convinti di no, o piuttosto lo sperano. Ma dalla maggioranza parlamentare arrivano invece conferme che il tetto agli stipendi riguarda tutti coloro che lavorano, a vario titolo, per la Rai, dal facchino alla star del piccolo schermo. «Si applica a tutti, certo - spiega Michele Anzaldi, deputato renziano della Vigilanza - Tutti gli italiani stringono la cinghia con la crisi, se per un anno anche i vip della Rai si accontentano di 240mila euro, che è dieci volte lo stipendio di un operaio, non mi sembra un dramma. La Rai dice che così tutti fuggiranno alla concorrenza? Balle, non è più tempo di vacche grasse nemmeno in tv, gli introiti della pubblicità sono crollati, c'è internet. Se a questi signori non vanno bene 240mila euro provino a chiederne tre volte tanto ad altre tv, vediamo chi glieli dà».

La Rai, da parte sua, è molto preoccupata. «Sarebbe un danno enorme per noi, un grande regalo alla concorrenza» lamentano fonti di Viale Mazzini. Che si sta attrezzando per difendersi. La direzione generale ha in mano un parere legale di uno studio milanese specializzato nel settore, secondo cui la legge così scritta non riguarda artisti e star. La Rai ha una direzione artistica apposita che si occupa dei compensi delle star, e - secondo la versione dell'azienda - questo capitolo sta fuori dal tetto di legge. È solo un parere legale, però. Perciò il dg Campo Dall'Orto attende la risposta ufficiale del Mef, a cui ha scritto chiedendo appunto come vada interpretata la nuova legge. Se avrà un chiarimento, andrà con quello al cda in programma il 9 novembre, altrimenti tutto rimandato al consiglio successivo, per discutere come regolarsi coi cachet. Nel frattempo spunta l'ennesimo scivolone.

Il piddino Anzaldi ha scoperto che le immagini sul terremoto trasmesse dalla Rai sono identiche a quelle di Sky, unica tv presente in quel momento sul posto. Una coincidenza o uno scippo? «Ce lo faremo spiegare tra qualche giorno in Vigilanza».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica