Il 2025 di Mfe, holding del gruppo Mediaset, è stato un anno storico, con l'acquisizione del controllo di ProSiebenSat.1 in Germania e l'ingresso nella portoghese Impresa che completa la presenza nella penisola iberica. "C'è un prima e c'è un dopo", ha detto il ceo di Mfe Pier Silvio Berlusconi per sottolineare il salto dimensionale del 2025 e l'accelerazione "sulle nostre tre linee strategiche: prodotto, sviluppo del sistema crossmediale e crescita internazionale". Due numeri: gli spettatori in Europa, passati da 110 del 2024 a 220 milioni in sei Paesi (Italia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera e Portogallo) e i ricavi più che raddoppiati da 2,9 a oltre 7 miliardi. "Siamo diventati un'altra cosa: una grande multinazionale e l'unica italiana nel settore dei media". Tanto che a breve servirà un nuovo assetto di gruppo: "Sto lavorando per dare una nuova organizzazione a Mfe. Faremo la cosa più semplice: porterò le persone nella holding e doteremo di vertici adeguati tutti i singoli Paesi". E mentre Marco Giordani penserà a Prosieben, di cui è il nuovo ceo, il suo posto di cfo di Mfe è andato a Simone Sole. Dopodiché ci sono anche le spine.
"In Prosieben ha detto Pier Silvio Giordani avrà un gran daffare. La situazione in Germania è a dir poco complicata. Per l'economia e la pubblicità" con quella della tv in calo dell'8 per cento. Il concorrente Rtl Deutschland ha appena annunciato 600 licenziamenti. Ma non è questa la strada che Mfe vuole battere: "Faremo tutto il possibile per non diminuire l'occupazione. Non abbiamo alcun piano di licenziamento". C'è poi il caso Spagna, punto debole nel bilancio di gruppo. "In Spagna - dice Berlusconi la situazione è complicatissima. Il mercato della tv sta scendendo molto, la pubblicità è giù del 10%. Abbiamo un piano per un turnaround e faremo tutto il possibile anche lì".
D'altra parte il progetto Mfe ha proprio quel significato: portare la tv generalista a fare sinergie internazionali per contrastare i cali del ciclo. In ogni caso "Sul risultato finale dell'anno restiamo positivi e non mettiamo in discussione di chiudere in utile e che sia più alto dell'anno scorso, con una distribuzione dei dividendi simile".