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"Asfaltiamo Matteo in Aula". Casalino finisce nella bufera

La frase attribuita al portavoce di Palazzi Chigi fa infuriare Renzi. Ma lui smentisce tutto: "Mai detto"

"Asfaltiamo Matteo in Aula". Casalino finisce nella bufera

Non che la situazione fosse delle migliori. Ma ancora una volta Rocco Casalino, portavoce del premier, ha peggiorato le cose. Stavolta parliamo della crisi di governo e del rapporto tra Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Proprio mentre tutti leggono i retroscena sulle manovre del Quirinale per scongiurare un'escalation al buio, ecco che spunta il virgolettato di Casalino. Riportato in un articolo di Repubblica. «Se andiamo in Senato lo asfaltiamo, come è successo con Salvini», così avrebbe detto il re dei comunicatori di Palazzo Chigi «nel corso di una conversazione con alcuni parlamentari grillini», come annota il quotidiano diretto da Maurizio Molinari. Velina o non velina, suggerimento contiano, grillino o renziano, la frase fa scoppiare il caos. Come d'altronde accade ogni qual volta viene tirato in ballo Casalino. Evidentemente Renzi aveva sottolineato con l'evidenziatore quella presunta dichiarazione bellicosa dello spin doctor di Conte. E infatti reagisce subito nel corso di un'intervista a Rtl 102.5. «Iv sarà asfaltata in Aula? Mi pare lo abbia detto Rocco Casalino. L'idea di essere asfaltato da Casalino è un'idea alla quale non avevo pensato quando ho iniziato a fare politica», ribatte l'ex rottamatore. Che chiude: «Se danno queste veline ai giornali sapete che c'è? Ci vediamo in Senato».

Segue il coordinatore di Iv Ettore Rosato che si chiede quando Conte smentirà «le minacce del suo portavoce». E la smentita arriva, ma da parte dello stesso Casalino. «Smentisco categoricamente i virgolettati e le ricostruzioni che mi vengono attribuiti oggi in un articolo del quotidiano La Repubblica in riferimento all'evoluzione dell'attuale situazione politica» fa sapere il portavoce. Che continua, incalzando la giornalista autrice del retroscena. «L'articolo, peraltro, non riporta alcun dettaglio sulla circostanza in cui avrei pronunciato le affermazioni che mi vengono attribuite», dice Casalino. La smentita prosegue tirando in ballo agendine e tabulati telefonici: «Sarebbe bene invece che la giornalista specificasse quando e come avrei fatto tali affermazioni, in modo che io possa dimostrarne - anche mostrando se necessario la mia agenda con i miei appuntamenti o miei tabulati telefonici - la totale infondatezza».

E subito vengono in mente le altre prodezze di Casalino. L'ultima? La geolocalizzazione a Bengasi inviata su whatsapp ai cronisti che chiedevano lumi sulla liberazione dei pescatori italiani detenuti in Libia. Come a dire «eccomi, io sono qua». E ancora, sempre su whatsapp, il messaggio vocale sul «Ferragosto saltato» per colpa del crollo del Ponte Morandi di Genova due anni fa. Quindi l'audio contro i tecnici del ministero dell'Economia, sempre tratto da una conversazione con due giornalisti. Siamo a settembre 2018, in piena era gialloverde. Casalino si sfoga: «Nel 2019 ci concentreremo a fare fuori tutti questi pezzi di m**** del Mef. Non ce ne fregherà niente, ci sarà una cosa ai coltelli». Una polemica tira l'altra, in un turbinio dove questa estate finisce anche la vicenda del fidanzato segnalato all'Antiriciclaggio.

E pure adesso il solito copione, con tanto di reazione immediata e smentita stizzita, come da manuale.

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