"Lo aspettano sulla riva del fiume...": Letta ora rischia davvero

Enrico Letta lancia le agorà democratiche per cercare di dar vita a un nuovo centrosinistra. E, intanto, la minoranza di Base Riformista affila già i coltelli...

"Lo aspettano sulla riva del fiume...": Letta ora rischia davvero

Il Pd riparte dalle agorà democratiche. È questa l'ennesima 'ripartenza' di un partito che, nato 14 anni fa, è ancora alle prese con una crisi d'identità insanabile, come dimostrano anche i recenti sondaggi.

Dal 18% delle Politiche di tre anni fa, ora il Pd, dopo aver cambiato ben due segretari, viaggia da mesi attorno al 19%. Una crescita di un solo punto percentuale che mette in allarme Enrico Letta, richiamato da Parigi per una sterzata ad un partito soffocato dalle correnti."Abbiamo la consapevolezza che noi non bastiamo, ma abbiamo il dovere di fare una proposta vincente per le prossime elezioni politiche. La nostra non può essere una proposta di risulta, se gli altri non si presentano, se fanno errori. Dobbiamo costruire una proposta maggioritaria", ha detto ieri il segretario, presentando alla Festa dell'Unità di Bologna i membri dell'Osservatorio degli indipendenti delle agorà. Si tratta di: Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio; lo scrittore Enrico Carofiglio; l'ex segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan; l'ex eurodeputata Elly Schlein; l'economista Carlo Cottarelli e l'ex europarlamentare verde Monica Frassoni.

“Son tutti i bei nomi della sinistra salottiera", commentano a ilGiornale.it alcuni esponenti della minoranza dem che, a taccuini rigorosamente chiusi, attaccano: "“La retorica ha volato alto durante la presentazione delle agorà democratiche nelle parole di Enrico Letta”. La leadership dell'ex premier, ci spiega un parlamentare del Sud, non verrà intaccata dall'esito delle prossime amministrative d'autunno e non dipenderà neppure da una sua eventuale sconfitta a Siena. Il segretaria, se cadrà, sarà solo per colpa della sua debolezza, ma il nodo vero è il Congresso. “Farlo prima o dopo le elezioni, cambia completamente il senso della battaglia”, ci viene detto. Ma, dal Nazareno, assicurano che “congresso e Agorà democratiche non hanno alcun nesso fra di loro”. Anzi, queste ultime fanno parte di un'attività lanciata dal segretario per aprire il Pd a “nuove esperienze”. “Così come negli Usa tra i democratici stanno insieme i conservatori del Texas che estraggono petrolio e i professori liberal di Boston, nel momento in cui il Pd torna a voler parlare a tutta la società italiana (e non solo a una nicchia) deve trovare al proprio interno anche forme di rappresentazione diversa”, osservano dalla segretaria del partito. Sempre dal Nazareno ribadiscono che le agorà saranno “una buona occasione di confronto per aprire un dibattito dentro e fuori dal Pd e nei territori”. Ma “hanno un senso se vanno da Sinistra Italiana ad Italia Viva fino a Calenda”, ci spiegano ancora i vertici del Pd. Il principio ispiratore delle agorà è quello di discutere di punti programmatici con “chi, a suo modo, è stato sempre nell'ambito del centrosinistra”. “È il salto digitale che avremmo dovuto fare fin dalla nascita del partito. Se le Agorà – è l'auspicio che arriva da Largo del Nazareno - riuscissero a dar vita a un nuovo centrosinistra vorrebbe dire che hanno fatto un superlavoro”.

Dentro Base Riformista, il correntone che fa capo a Guerini e Lotti e che detiene ancora la maggioranza nei gruppi parlamentari, però, prevale la freddezza.

“Il segretario del Pd dice di voler allargare la coalizione, oltre all’amato Conte, non si capisce bene a chi, visto che i rapporti con l’area centrista, Italia Viva ed Azione, sono tutto meno che fertili”, osservano i membri della minoranza interna. Nel frattempo “ad aspettare sulla riva del fiume" c’è il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, indicato dagli ex renziani come "il candidato perfetto per rimandare Enrico Letta a Parigi”.

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