Assange: grazia Manning e io mi lascerò estradare

L'ex dipendente dell'Nsa ha passato a WikiLeaks 700mila carte segrete

Assange: grazia Manning e io mi lascerò estradare

New York - Dopo l'entrata a gamba tesa sull'ex candidata alla Casa Bianca Hillary Clinton, sul suo staff e sul partito democratico durante le elezioni presidenziali, Julian Assange continua a stupire con un nuovo colpo di scena: il fondatore di Wikileaks è disposto ad essere estradato negli Usa se il presidente uscente Barack Obama concederà la grazia a Chelsea Manning, il militare (all'anagrafe Bradley), che dal 2010 sta scontando una pena di 35 anni di carcere per aver fornito proprio a WikiLeaks oltre 700mila documenti segreti. A scriverlo è il sito sul suo account Twitter: «Se Obama grazia Manning, Assange accetterà l'estradizione verso gli Usa, nonostante la palese incostituzionalità». L'affermazione arriva a 24 ore da quando la gola profonda dell'Nsa, Edward Snowden, ha lanciato un altro appello alla clemenza per Manning.

Assange dal giugno 2012 si è rifugiato presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra per evitare l'estradizione in Svezia, dove è indagato con l'accusa di stupro e abusi sessuali. A novembre i procuratori di Stoccolma lo hanno interrogato in ambasciata e Assange ha pubblicato online la deposizione nella quale si dichiara del «tutto innocente», afferma che le accuse contro di lui sono una montatura, e sostiene di essere stato sottoposto a un trattamento «crudele, disumano e degradante». Dietro la richiesta di estradizione in Svezia ci sarebbe la volontà di portarlo negli Stati Uniti, dove verrebbe incriminato per spionaggio e violazione di segreti di Stato dopo la pubblicazione dei dossier sulla guerra in Afghanistan e in Iraq, con la possibilità di ricevere una condanna pesantissima, e forse persino la pena di morte. Negli ultimi mesi, Assange ha pubblicato su WikiLeaks le email di Hillary Clinton, del suo staff e del Comitato Nazionale Democratico, negando però con forza di aver ricevuto tale documentazione da fonti russe. E pochi giorni fa è tornato a intervenire nel dibattito politico americano definendo l'ultimo rapporto degli 007 Usa, che punta a dimostrare una presunta interferenza della Russia nelle elezioni, «piuttosto imbarazzante per la reputazione dei servizi di intelligence» di Washington.

In una conferenza stampa online dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra ha detto che il dossier non contiene prove, e appare una «deliberata manovra politica» condotta per conto dell'amministrazione Obama. D'altra parte, Assange è convinto che anche Donald Trump prenderà di mira Wikileaks una volta che si sarà insediato alla Casa Bianca, poiché «nessun sistema di potere ama coloro che ne minano l'autorità». VRob

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