Roma - Scalata o soccorso? Nel dubbio meglio battere le mani e ringraziare. Il beau geste del ministro Carlo Calenda ha scosso il torpore in cui era precipitata gran parte della dirigenza del Nazareno e, soprattutto, gran parte della squadra di Governo. A iniziare dallo stesso Gentiloni. Il premier (ormai pro tempore) ha subito accolto con favore l'idea del ministro dello Sviluppo economico. E lo ha fatto pubblicamente tramite Twitter. Seguito a ruota da un altro ministro: Maurizio Martina. Il primo ha scritto semplicemente «Grazie, Carlo». Il secondo si è spinto a esprimere addirittura un giudizio «La scelta giusta. Grazie». Anche un ultrarenziano come il portavoce del partito, Matteo Richetti, osa esultare (anche se qualcuno legge nella sua reazione una nemmeno tanto velata ironia): «Preparo il comitato di accoglienza! Che bella notizia!»
Sui social network, dove queste prime reazioni a caldo sono comparse, l'ironia dei semplici internauti si è scatenata. Da Osho, che ricorda a Calenda di non dimenticarsi il certificato medico, fino ai tanti che pensando di essere originali non hanno fatto altro che ripetere allo sfinimento che il grazie di Gentiloni e degli altri ministri corrisponde in fondo al motto renziano #EnricoStaiSereno. Che ora diventa necessariamente #MatteoStaiSereno. Malizie e dietrologie a parte, al Pd sembra che l'abbiamo presa bene. Nel corso della giornata infatti sono arrivati i messaggi di benvenuto dei colleghi Anna Finocchiaro («È molto bello e importante che in un momento difficile ci sia chi vuole dare il proprio contributo al Pd, al suo pluralismo e al suo rafforzamento»), Marianna Madia, Claudio De Vincenti, Ivan Scalfarotto («Ne sono felice. Ti aspettiamo non solo per ricostruire: la tua presenza sarà fondamentale per dar voce agli ideali di libertà, apertura e giustizia che ci uniscono»). Fuori dall'ambiente di governo c'è chi addirittura tira in ballo la speranza a proposito dell'idea di Calenda. «La sua decisione - commenta Sandra Zampa, storica portavoce di Romano Prodi - è un segno di speranza che lenisce l'amarezza di una sconfitta». Parole che più cariche di entusiasmo non si potrebbero trovare. Altrettanto contenti hanno mostrato di essere il riconfermato governatore del Lazio Nicola Zingaretti che fa notare come adesso serva soprattutto una «grande opera di rigenerazione» e il deputato Walter Verini («Un segnale importante»).
Da registrare, ovviamente, anche le voci fuori dal coro. Come quelle di due governatori in carica. Sergio Chiamparino liquida con una battuta l'annuncio di Calenda: «Non è un concorso di bellezza o di bravura». La scalata alla direzione, fa capire, la si fa partendo dal basso e con uno spirito di servizio ben più concreto. L'altro governatore, Michele Emiliano, ci va giù pesante, assecondando il suo carattere impulsivo. «Pensare di sostituire Renzi con Calenda - dice - è una bestialità». Per poi indicare il potenziale nuovo leader dei dem come «ministro del disastro economico, altro che sviluppo!» In effetti sono molti gli osservatori disorientati di fronte a una sostituzione che certo andrebbe verso una direzione più liberista del partito.
Anche il suo sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ci tiene a dare un contributo alla discussione. Si dichiara «ovviamente contento» della decisione.
Però, leggendo tutte le reazioni positive al suo annuncio lancia un allarme. «Temo che, dopo aver tanto deprecato la personalizzazione della leadership, sembriamo, o magari rischiamo di sembrare, solo alla ricerca della personalizzazione successiva».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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