Assolta la sua segretaria, Bersani critica i pm

Zoia Veronesi era accusata di truffa alla Regione

«Io sono sempre stata certissima della mia correttezza» ma «in questi quattro anni la magistratura ha passato al setaccio ogni movimento, mio e dei miei familiari. È stato umiliante». Zoia Veronesi, storica segretaria di Pier Luigi Bersani, è sollevata per essere stata assolta dal gup di Bologna dall'accusa di aver truffato la Regione Emilia Romagna. La prima telefonata dopo l'assoluzione è stata di Bersani: «Mi ha chiamato subito, appena viste le agenzie - ha raccontato la Veronesi -. Era contento e mi ha detto: “ora riposati”. Lo farò. Mi prendo il pomeriggio libero». L'ex segretario del Pd ha poi commentato su Facebook la conclusione della vicenda, esprimendo tutto il suo compiacimento ma anche criticando i magistrati inquirenti. «È finita come doveva finire e come non doveva nemmeno cominciare - si legge sul post scritto ieri da Bersani -.

Se la vita di una persona perbene come Zoia Veronesi è stata passata ai raggi X e se il suo nome è finito in prima pagina per fatti inesistenti, è solo perché è stata la mia segretaria. Si potrà dunque capire la mia soddisfazione».

Per la Veronesi, che è stata assolta «perché il fatto non sussiste», la Procura di Bologna aveva chiesto una condanna di 4 mesi e 20 giorni oltre a 200 euro di multa.

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