Milano - «La povertà non un reato» e la proprietà rischia di non essere più un diritto, o di fare la fine di un diritto minore, sotto attacco, bersagliato da tutte le parti. A Milano ne sanno qualcosa. Ieri il tribunale ha assolto sette romeni per l'occupazione della piccola baraccopoli di via Cima. Lo rende noto la Comunità di Sant'Egidio, ricostruendo così la vicenda: il gruppetto di nomadi si era insediato all'interno di baracche fatiscenti utilizzate come dimora abituale, poi - in occasione dello sgombero del 2015 - agli occupanti era stato contestato il reato di «invasione di terreni ed edifici». Ora gli imputati sono stati assolti perché «il fatto non costituisce reato» e il legale che ha difeso i sette durante il processo per conto dell'associazione ha invocato come causa di esclusione della punibilità «lo stato di necessità, per salvaguardare il diritto fondamentale all'abitazione e per poter così riparare se stessi e le famiglie con bambini, in assenza di effettive alternative possibili e senza causare danni a nessuno» (perché il terreno su cui sorgevano le baracche era ed inutilizzato).
La Comunità di Sant'Egidio, che seguiva la baraccopoli, sottolinea che in queste famiglie i minori presenti erano iscritti a scuola. E la sentenza - per la Comunità di Sant'Egidio - è importante perché è un forte «stop» alla criminalizzazione della povertà.
La povertà non può essere criminalizzata, dunque, secondo gli orientamenti dei volontari del no-profit, di estrazione laica o religiosa. Per contro, però, è la proprietà privata che sembra essere finita sul banco degli imputati, soprattutto a Milano. Ancora si ricorda il clamore suscitato qualche anno fa dalla norma edilizia proposta dal Comune per prevedere la «requisizione» degli immobili abbandonati. Solo pochi mesi fa, invece, l'assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino ha proposto la creazione di un ente in grado di prendere «temporaneamente in gestione tutte le proprietà private sfitte e inutilizzate», con l'obiettivo di «dare ospitalità temporanea» a italiani o stranieri che «non ce la fanno». Intanto l'abusivismo, in particolare in alcune periferie, è una vera e propria piaga, denunciata con cadenza ormai quotidiana dai Municipi, in mano al centrodestra, che sono sempre più pressanti nel chiedere un giro di vite, al Comune e alla prefettura. Nell'edilizia popolare l'abusivismo è dilagante. Nel quartiere San Siro, per esempio, si calcola che su oltre 2.
500 alloggi, circa 800 siano occupati illegalmente. Lo scempio di legalità diventa insicurezza, e a questo degrado contribuiscono a pari titolo il racket e i centri sociali, che sbandierano motivazioni pseudo-ideologiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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