Assolto il clandestino messicano usato come arma anti-immigrati

Zarate uccise una donna ma per la giuria fu un errore Trump lo aveva preso a esempio. Ora dice: «Scandaloso»

Assolto il clandestino messicano usato come arma anti-immigrati

Jose Ines Garcia Zarate è stato una sorta di «mattone» utilizzato da Donald Trump per costruire la sua campagna elettorale sul tema dell'immigrazione clandestina. Un «mattone» che l'inquilino della Casa Bianca vuole oggi più che mai adoperare per dar vita al muro di confine con il Messico e ostacolare l'immigrazione clandestina e il traffico di droga. Un involontario gioco di sponda è arrivato ieri dal tribunale di San Francisco che ha scagionato proprio Zarate dall'accusa di aver ucciso l'impiegata 32enne Kathryn Steinle nel 2015. Trump, come era prevedibile, è andato su tutte le furie definendo il verdetto, in uno dei suoi tweet infuocati, «scandaloso». «Non c'è alcuno stupore se la gente del nostro Paese è così arrabbiata per l'immigrazione illegale».

Il caso di Zarate, 45enne immigrato messicano irregolare, era stato cavalcato dal presidente americano durante la sua accesa battaglia contro gli immigrati. Il 1° luglio del 2015 l'uomo, che era già stato espulso cinque volte dal territorio americano (la prima nel 1991), aveva esploso un colpo d'arma da fuoco con una Sig Sauer calibro 40, pistola che peraltro aveva rubato nei giorni precedenti a un agente di polizia. Il proiettile aveva raggiunto alla schiena, ferendola a morte, Kathryn Steinle, mentre stava passeggiando all'altezza del molo 14 in compagnia del padre Jim e di un amico. Al momento dell'arresto, l'uomo aveva sostenuto di aver srotolato una t-shirt nella quale si trovava l'arma che sarebbe caduta facendo partire il colpo. La giuria, dopo nove giorni di camera di consiglio, ha sposato la linea della difesa, secondo la quale non si sarebbe trattato di un atto deliberato, ma di un colpo esploso per errore. L'avvocato di Zarate, Matt Gonzalez, è riuscito a dimostrare che il proiettile è rimbalzato a terra e ha viaggiato per 80 metri prima di colpire la vittima, facendo per altro leva sulle immagini poco chiare di una telecamera di sorveglianza della zona. Fotogrammi attorno ai quali era stato costruito l'impianto dell'accusa. Zarate quindi ha ottenuto la condanna solo per il possesso illegale dell'arma. Reato per il quale rischia al massimo tre anni di carcere.

Il vice direttore del dipartimento per l'immigrazione Thomas Homan ha spiegato che il clandestino messicano verrà espulso nel giro di pochi giorni, ma l'assoluzione per il reato di omicidio ha scatenato non poche polemiche, persino prima del tweet pubblicato da Trump. Sulla vicenda è intervenuto anche il Dipartimento di Giustizia americano, avanzando una nuova richiesta d'accusa d'omicidio per l'uomo.

Tutto questo mentre si attende a giorni l'approvazione da parte del Senato della «Kate's Law», una legge dedicata proprio alla vittima che inasprisce ulteriormente le pene per chi entra illegalmente per più volte sul territorio degli Stati Uniti. Jim Steinle, padre della ragazza, ha dichiarato con grande amarezza ai giornalisti: «Sarebbe ancora viva oggi se il suo assassino fosse stato imprigionato e rispedito in Messico».

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