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AstraZeneca cambia e diventa "Vaxzevria". Ma è caos a Berlino: "Solo per gli over 60"

Nuovo nome e bugiardino per il siero Oxford. Rischio trombosi, nuove linee in Germania

AstraZeneca cambia e diventa "Vaxzevria". Ma è caos a Berlino: "Solo per gli over 60"

Astrazeneca cambia nome e non ne sceglie di sicuro un più facile da pronunciare. Si chiamerà Vaxzevria. Un'operazione di restyling per far dimenticare il più difficile dei debutti sulla scena dei vaccini? «Dare un nome a un farmaco nuovo è una consuetudine - specificano fonti interne all'azienda - Ed è un processo che avviene in maniera separata dall'approvazione normativa e regolatoria del farmaco stesso». Quindi tutto normale anche se la speranza di tutti è che con il nuovo nome abbia inizio anche una nuova fase, un po' più serena, che faccia recuperare la fiducia alla gente. Passaggio estremamente difficile perchè, se da un lato l'Ema conferma che i benefici del siero continuano ad essere superiori ai rischi, dall'altro continuano le sospensioni del farmaco per paura di reazioni molto gravi.

Il vaccino rimane invariato, ma la confezione potrebbe essere rivista. Sul sito dell'Ema è stato anche pubblicato il nuovo bugiardino, con gli aggiornamenti. Tra gli effetti collaterali, vengono aggiunti i rarissimi casi di eventi avversi tromboembolici. «È stata osservata molto raramente - è scritto - una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria. Ciò include casi severi che si presentano come trombosi venosa, inclusi siti insoliti come trombosi del seno venoso cerebrale, trombosi della vena mesenterica e trombosi arteriosa, concomitante con trombocitopenia. La maggior parte di questi casi - prosegue il bugiardino - si è verificata entro i primi sette-quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata in donne di età inferiore a 55 anni».

Mentre il nostro premier lancia un messaggio al Paese scegliendo proprio Astrazeneca per la sua vaccinazione, il comitato consultivo nazionale per i vaccini del Canada raccomanda una sospensione nell'uso del vaccino AstraZeneca/Oxford alle persone di età inferiore ai 55 anni. E anche la Germania frena nonostante le numerosissime rassicurazioni scientifiche. Il paese è diviso e in piena polemica: dopo aver somministrato 2,7 milioni di dosi Astrazeneca, le iniezioni a persone con meno di 60 anni sono state stoppate a Berlino, Monaco e Brandeburgo per precauzione, almeno fino a quando non si farà più chiarezza sui 31 casi di trombosi cerebrale che si sono verificati poco dopo il vaccino, quasi tutti riguardanti donne di 55 anni.

Per la verità, sull'argomento vaccini la situazione è tesa in tutta Europa e gli scontri si concentrano principalmente sulla ripartizione dei 10 milioni di dosi Pfizer-BioNTech anticipate al secondo trimestre. Così non è stato. L'Austria, non solo insiste da settimane nel rivendicare una fetta maggiore, dicendosi penalizzata insieme ad altri cinque Paesi dall'aver preferito acquistare AstraZeneca rispetto agli altri farmaci, ma negli ultimi giorni avrebbe anche minacciato di bloccare l'acquisto, fatto dalla Commissione, di altri 100 milioni di dosi Pfizer che dovrebbero arrivare nel quarto trimestre. L'aut aut, non confermato da fonti ufficiali, sarebbe arrivato venerdì scorso durante la riunione del comitato direttivo che gestisce l'assegnazione delle dosi e dove sono rappresentati i Paesi Ue.

La presidenza portoghese del Consiglio Ue, incaricata di trovare la quadra tra le diverse «sensibilita», per «andare incontro alle necessità dei Paesi che subiranno un gap nelle consegne previste nel secondo trimestre», potrebbe decidere si «assegnare una percentuale intorno al 30% delle dosi extra ai Paesi che altrimenti perderebbero terreno nella campagna vaccinale».

La reazione dell'Austria ha messo in evidenza una crepa non indifferente nel sistema di ripartizione delle dosi adottato all'inizio della campagna vaccinale e ha scatenato una competizione tra i Paesi Ue riguardo al meccanismo di assegnazione delle dosi in base alla popolazione.

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