Attacco hacker a Kiev: "Mosca vuole il pretesto per invadere l'Ucraina"

Colpiti 70 portali e diversi ministeri. Gli 007 americani: "Militari di Mosca già in azione"

Attacco hacker a Kiev: "Mosca vuole il pretesto per invadere l'Ucraina"

«È stata una prova generale prima della battaglia», così Ivan Bakanov, capo dell'intelligence ucraina, definisce il maxi-attacco informatico ai siti governativi avvenuto nella notte tra il 13 e 14 gennaio. Bakanov non usa troppi giri di parole e chiama in causa Mosca. «La Russia ha cercato di paralizzare il nostro sistema di controllo. La qualità delle infrastrutture digitali è sempre stata considerata uno degli elementi di attrattiva degli investitori stranieri. Se mettono in ginocchio la nostra economia, non avranno problemi a invaderci». Ad alzare l'allarme ci ha pensato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, convinto che Putin stia orchestrando un'operazione sotto falsa bandiera nella regione della Transnistria, e creando un pretesto per invadere l'Ucraina. Lo hanno confermato funzionari dell'intelligence Usa alla Cnn: gli operativi sarebbero addestrati alla guerriglia urbana e all'uso di esplosivi, per azioni di sabotaggio contro le forze filo russe.

A essere colpiti dai cyber-terroristi sono stati 70 portali web, in particolar modo quelli dei ministeri di Esteri, Istruzione, Scienza, Politiche Agrarie ed Emergenze. Sui siti è stato pubblicato un messaggio di minacce in ucraino, polacco e russo rivolto alla popolazione. Il testo recitava: «Ucraino! Tutti i tuoi dati personali sono stati caricati sulla rete pubblica. Tutti i dati sul computer sono stati distrutti, è impossibile ripristinarli. Le informazioni su di te sono diventate pubbliche, abbi paura e aspettati il peggio». Ci sono volute parecchie ore per ripristinare la funzionalità delle piattaforme, ma Kiev adesso ha paura, e teme una nuova incursione degli hacker. Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha spiegato che «le unità di polizia specializzate hanno aperto un'inchiesta, purtroppo non crediamo che possa essere un episodio isolato».

La Russia ha una lunga storia di operazioni informatiche contro l'Ucraina, tra cui un hackeraggio del suo sistema di voto prima delle elezioni nazionali del 2014, e un assalto alla rete elettrica nel 2015 e nel 2016. Nel 2017 ha scatenato uno degli attacchi informatici più dannosi mai registrati con il virus NotPetya, che ha preso di mira le imprese ucraine e ha causato oltre 10 miliardi di dollari di danni a livello globale. L'aggressione, in questo caso, è avvenuta nel contesto delle accresciute tensioni tra i due Paesi e ha portato a un intervento di sostegno pratico a Kiev da parte della Nato. Il segretario generale Jens Stoltenberg, che ha condannato fermamente l'attacco, rivela che «gli esperti informatici della Nato hanno scambiato informazioni con le loro controparti ucraine sulle attuali attività informatiche dannose». Nei prossimi giorni, Nato e Ucraina firmeranno un accordo su una maggiore cooperazione informatica.

Non è casuale che gli hacker siano entrati in azione dopo che il vertice Osce (Organization for Security and Co-operation in Europe) a Vienna fra i 57 Paesi membri è finito con un nulla di fatto per le posizioni divergenti tra Nato e Russia. Il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, non esclude che l'Europa possa finire in guerra se le tensioni sull'Ucraina non saranno disinnescate. Il governo polacco sostiene di essere in possesso di documenti che mostrano come gli strateghi di Mosca stiano considerando l'ipotesi della soluzione militare.

Le tensioni hanno portato ieri pomeriggio la Svezia a intensificare le attività sull'isola di Gotland, nel Mar Baltico. Strategicamente importante perché si trova ad appena 300 km da Kaliningrad, una delle basi della flotta russa.

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