Enrico Costa, ex ministro e deputato di Azione, lei è un garantista di ferro: che pensa del caso Morisi?
«Di nuovo, si è usato un caso giudiziario per fare politica. Ho fatto un tweet: Sui giornali ci sono, parola per parola, le chat con i messaggi tra Morisi ed i suoi interlocutori. Atti di indagine, in piena fase istruttoria. Vietatissimo. E nessuno si scandalizza. Perché a qualcuno la pubblicazione fa comodo per sputtanarlo, a qualcun altro per scagionarlo. È incredibile la diffusione di atti che dovrebbero essere chiusi in procura e non ho sentito una parola neppure dai pm».
È uscito tutto prima che si scoprisse che il reato non c'è.
«È vietato rendere pubblici documenti rilevanti per le indagini, anche quando li hanno le parti non si possono pubblicare integralmente. Qui neppure sono chiuse le indagini e si conoscono aspetti che non hanno niente a che fare con la droga. La presunzione d'innocenza deve garantire che un indagato scagionato non si ritrovi marchiato a fuoco per il solo fatto di essere finito nell'ingranaggio della giustizia».
E il diritto di informare?
«L'escort dice che tanti giornalisti lo chiamano fingendosi clienti per avere notizie. Ecco, anche al diritto all'informazione c'è un limite di decenza».
Le fughe di notizie sono una costante e non si fa mai nulla.
«Non ci si riuscirà finché chi indaga sarà la stessa procura interessata. Ho proposto in tanti emendamenti che se ne occupi un'altra procura, inutilmente. Bisognerebbe cambiare anche al ministero, dove fanno i pareri magistrati dell'ufficio legislativo. Così suona solo una campana, quella della tutela corporativa».
E la politica che fa?
«Sua è buona parte della colpa. Solo Fi e Azione hanno il garantismo nel Dna, un piccolo segmento. Letta parla di impunitisti contrapposti ai giustizialisti. È stato arrestato il segretario Pd di Benevento a 10 giorni dalle elezioni ed esponenti dem hanno detto: coincidenza sospetta. Peccato, che se tocca ad altri non ragionino così. Salvini attacca il Pd dicendo che difende condannati a 13 anni, per Mimmo Lucano. Non ha la patente di garantista, forse il foglio rosa per i referendum, speriamo che prosegua su questa strada. Bisogna essere garantisti con gli avversari prima di tutto».
E il M5S, nato giustizialista?
«Di Maio si pente sulla presunzione d'innocenza, apprezzabile, ma i 5S non vogliono il giro di vite alle fughe di notizie, difendono i processi mediatici».
Con il ministro Cartabia si fanno passi avanti?
«Ha fatto scelte
coraggiose che altri hanno un po' frenato. Sui tabulati telefonici, ad esempio, ha previsto l'autorizzazione del gip, ha accolto la mia richiesta del diritto all'oblio per gli assolti. Auspico che rafforzi il segreto istruttorio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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