«Ghe semmu», ci siamo, twitta alle 6,30 del mattino il governatore della Liguria Claudio Burlando: la Concordia si affaccia nel porto di Genova, ancora lontana sulla linea del mare nella foto che accompagna il post.
È l'alba di una lunga giornata, tutta in bilico tra trionfalismo e ritegno, tra la celebrazione di un successo e il ricordo di un lutto. La mostruosa carcassa da condominio galleggiante della Costa Crociere, fatta riemergere dalle acque del Giglio con un'operazione corale di grande perizia, viene guidata al suo ultimo ancoraggio per essere finalmente smantellata, e su Genova calano autorità e circo mediatico. Sulla passerella tv dei vivi, che brindano col premier sotto un tendone bianco all'approdo da manuale del relitto, grava l'ombra del tragico naufragio di trenta mesi fa.
Matteo Renzi non ha voluto mancare l'appuntamento, è atterrato a Genova con la moglie Agnese e i due figli, in tempo per assistere alla fase finale delle operazioni dal ponte di una motovedetta della Capitaneria di porto, ma si è reso conto subito che la sua presenza poteva diventare un boomerang. Così, per prevenire le accuse di aver trasformato in palcoscenico un'occasione così drammatica, il premier è stato ben attento ad usare toni sobri e a ricordare davanti ad ogni telecamera che lo intercettava che «questa non è una festicciola», e che «quello di oggi non può essere certo definito un giorno a lieto fine. Credo che nessuno possa festeggiare o essere felice perché dietro c'è vicenda che ha portato alla morte di 33 persone». Insomma, sottolinea, «oggi non è una passerella, ma la conclusione di una storia con tanti morti che nessuno di noi può dimenticare, è il giorno del ricordo delle vittime e della gratitudine agli abitanti del Giglio e a tutte le forze di polizia e di volontariato». Ad attendere il premier sulla banchina c'erano, tra gli altri, il ministro della Difesa, la genovese Roberta Pinotti; il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti; il presidente della Regione Burlando; il sindaco di Genova, Marco Doria; il comandante della Capitaneria di porto, ammiraglio Vincenzo Melone. Matteo Renzi ci tiene però a fare dell'evento anche un'occasione per sollecitare l'orgoglio nazionale per un'impresa «unica» nel suo genere. «Ora è il momento della gratitudine per chi la ha realizzata, per il team di ingegneri che ha studiato una soluzione inedita, per la qualità straordinaria di tante persone che ha riportato qua la nave dopo l'errore di qualcuno». Guai a dire che con questo «si sia rimediato alla tragedia», ma di certo «abbiamo dimostrato di poter essere reattivi e soprattutto attrattivi per gli investimenti internazionali». E il presidente del Consiglio non si lascia scappare l'occasione per una frecciatina nazionalista verso i cugini d'Oltralpe, il ministro Ségolène Royal in testa, che paventavano catastrofi ambientali durante l'ultima crociera della Concordia: «I francesi hanno visto che possono fidarsi di noi.
Chiamerò Hollande e gli dirò di non essere preoccupato per come lavorano gli italiani», dice, e non si fa scappare l'occasione per celebrare anche la vittoria di Vincenzo Nibali al Tour de France: «Oggi la maglia gialla ha il profumo giusto». Non manca neppure una battutaccia polemica che rievoca la via crucis delle riforme in quel di Roma, rivolta ai cronisti che lo assediano e lo strattonano: «Siete peggio del Parlamento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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