Le stangate fiscali fanno solo aumentare l'evasione. Le teorie dell'economista reaganiano Laffer sono alla base dell'ultima analisi dell'Ufficio studi della Confcommercio che ha evidenziato un incremento del fenomeno del 5,3% tra il 2011 e il 2014. Il trend negativo è causato dall'aumento della pressione fiscale locale (+30% nel periodo). Il tasso di evasione fiscale, in percentuale del valore aggiunto, si è attestato al 14,5% ma il Sud (19,5%) e il centro (14,8%) sono risultati al di sopra della media nazionale. Calabria (21,2%), Campania (20,6%) e Sicilia (19,5%) sono le Regioni meno affidabili fiscalmente, mentre il Trentino è la più virtuosa con l'11,3 per cento. Se tutti si adeguassero agli standard atesini, si potrebbero recuperare 42,8 miliardi da usare per far calare il peso delle tasse.
«Che si tratti dell'Irpef o del cuneo fiscale il governo deve agire subito», ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sottolineando che «la pressione fiscale, stabile al 43%, è insostenibile per il nostro sistema produttivo e incompatibile con qualsiasi realistica prospettiva di crescita». Secondo il numero uno della confederazione dei commercianti, un ulteriore intervento necessario è quello sugli adempimenti fiscali perché «le nostre imprese devono impiegare 30 giornate lavorative all'anno per onorarli, undici in più rispetto alla media dell'area euro». Di qui la proposta di riordinare tutte le disposizioni in testi unici mantenendo stabili le normative.
Il nuovo direttore dell'Agenzia delle Entrate (che dal primo del mese ha inglobato pure Equitalia), Ernesto Maria Ruffini, ha replicato immediatamente alle sollecitazioni di Sangalli. «La mia speranza è che il fisco faccia pace con i cittadini, vorrei che quando arriva una nostra lettera a nessuno venisse un colpo» perché «è a loro che l'Agenzia deve rapportarsi non più come l'occhio opprimente del Grande Fratello, ma come un socio per contribuire alla vostra crescita», ha detto sottolineando che la lotta all'evasione si concilierà con l'invito all'adeguamento spontaneo proprio tramite le lettere inviate per segnalare irregolarità nelle dichiarazioni prima di avviare l'accertamento. «Ho gli occhiali, ma non sono Harry Potter, non ho la bacchetta magica», ha concluso confermando che l'atteggiamento è destinato a cambiare. Ma non per piccole imprese e partite Iva. Come segnalato da Italia Oggi, la nuova convenzione tra il Tesoro e le Entrate prevede un incremento degli accertamenti.
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, invitato alla presentazione del rapporto, ha specificato che «l'avversione al fisco è legata a una pressione elevata che va ridotta ma anche alla convinzione che le risorse non siano destinate a migliorare la vita dei cittadini». Ecco perché il numero uno di Via XX Settembre ha ricordato che «la spending review serve a concentrare le risorse sulle azioni che il governo ritiene prioritarie». Insomma, il governo non intende rinunciare al ruolo di intermediatore del reddito nazionale, caso mai è interessato a ridurre un po' la pressione fiscale.
In questo senso Padoan ha annunciato che per la prossima legge di Bilancio le misure per il taglio del cuneo fiscale per i giovani «dovranno essere permanenti». Confcommercio, però, ha stimato che per la decontribuzione e per la sterilizzazione delle clausole sull'Iva mancano già 8 miliardi. Per risolvere il rebus-manovra restano poco più di due mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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