L'hanno fermato, dopo una sparatoria, nella piazzola di una stazione di servizio all'altezza di Marquise, sul tratto dell'A16 che porta a Calais. È finita intorno alle 13.30 la fuga di Hammoud B., un 36enne clandestino di origini algerine, che ieri mattina ha investito alla guida di una Bmw turismo nera sei militari del 35esimo reggimento della divisione antiterrorismo Sentinelle.
L'aggressione è avvenuta intorno alle 8.30 a Levallois-Perret, nel dipartimento di Hauts-de-Seine, alla periferia di Parigi, sede della divisione nazionale antiterrorismo della Francia. Trecento uomini si sono messi sulle sue tracce, intercettandolo in autostrada in direzione Nord. Gli inquirenti a quel punto hanno creato ad arte un ingorgo, costringendo Hammoud a fermarsi a una pompa di benzina della Tamoil, dove è stato neutralizzato e catturato. «Siamo stati costretti a esplodere alcuni colpi - rivela la polizia - perché il fuggitivo mentre è sceso dall'auto ha mimato di estrarre una pistola che in realtà non aveva».
Nonostante una certa cautela manifestata in un primo momento dagli inquirenti, la pista jihadista sembra quella più accreditata. Non solo perché l'autore dell'insano gesto stava cercando rifugio dalle parti della famigerata «giungla» della Normandia, quartier generale di simpatizzanti dell'Isis che si confondono tra gli immigrati, ma anche per le modalità dell'accaduto, simili nella dinamica agli assalti londinesi di primavera. Hammoud sembra purtroppo l'ennnesimo «lupo solitario», uno dei tanti jihadisti fai da te indottrinati attraverso i social dal Califfo Al Baghdadi.
A far luce sulla dinamica dei fatti è stato il sindaco di Levallois-Perret, Patrick Balkany, che ha rivelato come l'autore abbia agito «per uccidere. Le immagini delle telecamere fugano qualsiasi dubbio. Si vede la Bmw che sosta in attesa e poi accelera deliberatamente per investire i militari».
L'aggressione ha avuto luogo in un vicolo, a due passi da Place de Verdun, dove gli uomini si trovavano dopo essere usciti dalla caserma al termine del turno. I sei militari, uno dei quali versa in gravi condizioni, si trovano ricoverati all'ospedale Percy-Clamart, dove nel pomeriggio di ieri hanno ricevuto la visita dei ministri dell'Interno e della Difesa, Gérard Collomb e Florence Parly. Entrambi hanno condannato con grande fermezza l'aggressione, dando tutto il loro sostegno alle vittime, ai loro compagni e alle rispettive famiglie.
«Le telecamere di sicurezza ci hanno permesso di individuare l'attentatore - ha spiegato il premier Edouard Philippe - era alla guida del veicolo che cercavamo, ha tentato di scappare e ha costretto la polizia ad aprire il fuoco». Philippe ha inoltre confermato che è stata aperta un'indagine per terrorismo.
Hammoud, piantonato all'ospedale di Lille in condizioni critiche, non figura negli schedari dell'intelligence transalpina, ma pare che vivesse nel quartiere parigino di Yvelines, dove in serata alcune persone sono state interrogate.
Si cerca un complice che gli avrebbe fornito l'auto di grossa cilindrata utilizzata nel tentativo di strage. Un blitz è stato effettuato anche al centro immigrati di Calais, dove probabilmente il jihadista si stava recando per ottenere rifugio.
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