Autonomia, Tav e nomine Inps: il braccio di ferro nel governo

A Palazzo Chigi si parla di truffati dalle banche. Ma sul tavolo restano i dossier più caldi. E nel confronto entra pure Tria

Autonomia, Tav e nomine Inps: il braccio di ferro nel governo

Che quello tra Movimento 5 Stelle e Giovanni Tria è un rapporto burrascoso è ormai assodato. E il nodo Tav getta sale su una ferita difficilmente rimarginabile e si aggiunge a un braccio di ferro tra le due anime dell'esecutivo.

"Non mi interessa vedere il problema della Tav, qual è l'analisi costi-benefici", aveva avvisato ieri il ministro dell'Economia a Quarta Repubblica, "Il problema non è la Tav, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia, poi non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive. Questo è il punto principale, non è la Tav, un'opera o l'altra".

"C'è qualche ministro che può esprimere la sua opinione personale, ma il contratto di governo è il contratto di governo", si è sfogato oggi Luigi Di Maio dopo che in molti nel suo partito avevano chiesto la testa di Tria, "Non stiamo parlando assolutamente di mettere in discussione la sua posizione, ci mancherebbe altro. Ma finché non avremmo raggiunto un accordo di maggioranza evitiamo di commentare sempre".

Inevitabile quindi che al vertice serale a Palazzo Chigi l'aria sia tutt'altro che serena. Si discute - raccontano fonti di maggioranza - solo del decreto ministeriale sui rimborsi per i truffati delle banche, mentre gli altri dossier restano in stallo. Del resto, con le Europee alle porte, nessuno dei due partiti vuole cedere sui propri temi, né dare all'altro un qualche vantaggio in campagna elettorale.

Così viene rinviato di qualche giorno l'esame della proposta di legge sulla legittima difesa e pure la riforma delle Autonomie rischia lo stop, con i 5 Stelle chie chiedeono "sostanziose modifiche". L'obiettivo è prendere tempo per evitare che Matteo Salvini possa giocarsi la carta del regionalismo per ottenere ancora più consensi a maggio.

E nel confronto si inserisce ora pure Giovanni Tria che - raccontano - ha trovato un asse proprio in Salvini. Le parole del titolare del Mef sulla Tav - sostiene l'agenzia LaPresse - "sono state raccolte come vero e proprio assist per il leader leghista, tanto da essere state portare come argomentazioni durante la stessa discussione". La Tav, comunque, sarà al centro di un nuovo vertice di governo previsto ni prossimi giorni. Al momento il M5s non esclude la sospensione del progetto fino a fine legislatura, ma la Lega non è d'accordo e punta all'avvio dei bandi di gara da parte di Tel

Ma ci sarebbe proprio Tria dietro al rinvio delle nomine Inps, sul suo tavolo da circa una settimana. Di Maio attende solo la firma per ratificare il fedelissimo Pasquale Tridico a capo dell'istituto di previdenza.

Le resistenze del ministro, per delle incompatibilità relative alla nomina a sub commissario di Francesco Verbaro, sono state risolte con il passo indietro del candidato, ma ora bisogna trovare un altro nome su cui accordarsi ed escluso Marcello Nori, la scelta non sarà facile. Non trattati invece il rinnovo dei vertici di Fincantieri, Snam e Italgas.

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