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"Gli Autovelox? Solo un modo per trovare soldi"

Il presidente di Globoconsumatori: "Totalmente privi di omologazione"

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Le multe servono soprattutto a rimpinguare le casse dei Comuni italiani. E a finire sul banco degli imputati sono, in particolare, gli Autovelox. Mario Gatto, presidente di Globoconsumatori, è in prima linea per far rispettare le regole stradali ma reclama che gli strumenti utilizzati siano conformi. «Sono 15 anni che denunciamo questo problema - spiega Gatto - e qui, insieme agli Autovelox, includo i semafori intelligenti e i telelaser. La priorità per cui vengono impiegati, infatti, più che cercare di scoraggiare comportamenti irresponsabili ed evitare incidenti, è quella di portare linfa alle casse delle amministrazioni».

Presidente Gatto, perché Globoconsumatori contesta la conformità degli Autovelox?

«Perché sono totalmente privi di omologazione. Viene fatta confusione tra approvazione e omologazione. Quest'ultima può essere rilasciata solo dal ministero di competenza, che non è quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, bensì quello denominato ora delle Imprese e del Made in Italy. Lo dice l'articolo 232 del Codice della strada».

Una situazione singolare.

«Ci sono troppi interessi».

C'è un caso emblematico di Autovelox nel Pavese.

«Sì, a Gambolò, dal 3 settembre scorso sono stati incassati 800mila euro su 29mila verbali notificati. Ci sono persone disperate perché non riescono a pagare le sanzioni. Il limite, lungo la strada provinciale che porta al centro abitato lomellino, è stato abbassato da 90 a 70 e poi a 50 orari, senza preavvertire la popolazione. Il massimo della scorrettezza».

Però si può fare ricorso.

«Su migliaia di ricorsi presentati da Globoconsumatori, a livello nazionale, c'è stato il 96% di accoglimento. Peccato che non tutti i giudici la pensino alla stessa maniera. La Cassazione si è più volte espressa dicendo che le Pa hanno l'obbligo di documentare l'avvenuta omologazione e non parlano mai di approvazione. Non è possibile continuare con questa confusione».

Fare ricorso, comunque, comporta delle spese.

«Sì, per questo c'è chi è restio. Prima non si pagava niente, ma l'allora governo Renzi ha introdotto una gabella che arriva a un massimo di 300 euro. A ciò si aggiungono le spese di istruzione della pratica.

Mi auguro che la revisione del Codice stradale faccia finalmente chiarezza».

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