Aveva chiesto di abbassare la musica. Presi i killer

Ieri i carabinieri hanno arrestato i presunti killer di Alessandro Castellaccio, il 42enne ucciso una decina di giorni fa a Tivoli, in provincia di Roma

Aveva chiesto di abbassare la musica. Presi i killer
00:00 00:00

Hanno un volto gli assassini dello «sceriffo». Ieri i carabinieri hanno arrestato i presunti killer di Alessandro Castellaccio, il 42enne ucciso una decina di giorni fa a Tivoli, in provincia di Roma. In manette sono finiti due romeni, gli stessi che secondo le forze dell'ordine lo avrebbero massacrato lasciandolo a terra agonizzante. L'uomo stava tornando a casa da lavoro il pomeriggio del 18 giugno quando ha deciso di fermarsi in un bar a poca distanza da via Giuliani. Lì vicino c'era un gruppo che stava facendo rumore. Castellaccio si sarebbe avvicinato chiedendo di abbassare il volume della musica. Ne è nata una discussione, subito degenerata, probabilmente a causa dell'alcol bevuto dagli stranieri. A quel punto il 41enne si è trovato circondato, mentre un romeno si è avvicinato verso di lui con fare minaccioso. Senza pensarci troppo, la vittima gli ha dato un pugno, peggiorando le cose. Lo straniero allora lo ha raggiunto con un pugno in testa così forte da far cadere Alessandro a terra, mentre l'altro ha iniziato a bersagliarlo con calci anche sul volto, nonostante fosse già privo di sensi.

Qualcuno ha cercato senza successo di mettersi in mezzo per evitare che il pestaggio proseguisse. Poi tutti si sono dileguati all'arrivo dei carabinieri. Sul posto si sono precipitati anche gli operatori sanitari del 118. L'uomo è stato caricato in ambulanza e trasportato d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, dove è stato stabilizzato e messo in coma farmacologico. La situazione però è precipitata e il paziente è stato trasferito in Terapia intensiva all'ospedale Umberto I di Roma, dove cinque giorni dopo è morto a causa dell'emorragia cerebrale.

Un 43enne romeno, che si era andato a far medicare poco dopo l'aggressione, è stato subito identificato, ma ha dichiarato di non conoscere gli altri membri del gruppo. «Uno di quello era come se tirasse un calcio a un pallone... », hanno raccontato invece i testimoni all'arrivo della prima pattuglia dei carabinieri.

Molti gli elementi che incastrerebbero i due romeni, a partire dal ritrovamento di un paio di scarpe sporche di sangue nella parte superiore, espressamente indicate dal convivente della vittima come quelle indossate la sera dei fatti in casa di uno dei due presunti aggressori.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica