Coronavirus

Aziende senza tassi agevolati. E la Cgil blocca l'agricoltura

Il Cura Italia non calmiera gli interessi: prestiti costosi Bocciati gli emendamenti per i voucher, Landini esulta

Aziende senza tassi agevolati. E la Cgil blocca l'agricoltura

Bundesregelung Kleinbeihilfen. In Germania chiamano così il piano di aiuto alle imprese che ha ricevuto l'ok da Bruxelles: alcune aziende si sono lamentate con il Financial Times perché i fondi del «regolamento federale per le sovvenzioni minime» gestiti dallo stesso ente di Stato che applicò il Piano Marshall, potrebbero impiegare anche una settimana per arrivare sui conti. Erogazioni dirette fino a 800mila euro con tassi di interesse calmierati.

È sconsolato il presidente di Confapi Milano Nicola Spadafora: «Basterebbe imitare quel che fanno gli altri Paesi, e invece...». Invece il caso tipico è quello di Humantech, gruppo di ortopedia sanitaria con 80 dipendenti in Lombardia e testa in pieno «cratere» del virus, a Bergamo: «Abbiamo sondato quattro diverse banche - raccontano dall'azienda - e ci hanno detto tutti la stessa cosa: al momento non hanno istruzioni chiare sulla garanzia pubblica per i prestiti né su tassi agevolati, per cui ci sono le normali linee di credito ottenibili in due-tre mesi». Un tempo infinito per chi deve combattere con una crisi senza precedenti. «Per noi - dicono ancora da Hmantech - niente stop agli adempimenti fiscali perché fatturiamo più di due milioni di euro, in tre settimane la chiusura ci ha fatto perdere 600mila euro di liquidità e lavorando con la Pubblica amministrazione se non abbiamo il Durc in regola non ci pagano. Al momento non vediamo alcun aiuto pubblico: siamo preoccupati».

Non è un'eccezione. Il decreto Cura Italia di marzo non prevede alcun tasso agevolato: si va sul mercato come se fosse un periodo normale. In più la garanzia pubblica all'80 per cento costringe le banche a verificare l'affidabilità dell'azienda, allungando a dismisura i tempi. Tanto che anche il presidente dell'Abi Antonio Patuelli ha chiesto di «estendere al 100% la garanzia di Stato» per ovviare alle «stringentissime norme europee e nazionali che hanno ingessato la possibilità di discrezionalità delle banche». Anche le sospensioni dei mutui previste dal decreto non sono scontate. Il commercialista Gianluca Timpone racconta di un'azienda che ha chiesto di posporre il pagamento di sei mesi e si è vista calcolare gli interessi non sull'importo non pagato, ma su tutto il capitale residuo arrivando a un tasso effettivo del 20 per cento.

Si spera nel nuovo decreto di aprile. Ma i segnali che arrivano dal Parlamento, dove in fase di conversione si è tentato di «aggiustare» il Cura Italia, non sono incoraggianti. Bocciati alcuni emendamenti che reintroducevano i voucher semplificati per assumere manodopera agricola, un «no» rivendicato dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini. «Nei campi - avvisa Coldiretti - mancano 370mila braccianti stranieri regolari: si rischia di lasciare presto vuoti gli scaffali dei supermercati». La partita non è chiusa, resta un emendamento di Fdi.

Ma per la Cgil e i giallorossi non pare una priorità.

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