RomaGrande è la confusione sopra il mare (nostrum) e dentro l'esecutivo. L'immigrazione, che così da vicino ci riguarda, è a rischio di infiltrazione da parte del terrorismo di matrice islamica oppure no? Come è noto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a più riprese, l'ultima delle quali all'indomani degli attacchi di Parigi, aveva negato questa eventualità, smentendo che le operazioni «Mare Nostrum» prima e «Triton» poi siano state utilizzate o rischino tuttora di diventare una sorta di «porta girevole» per fare accomodare in Italia e in Europa i jihadisti dell'Isis e del network del terrore. O meglio, il rischio c'era, ma senza che intelligence e forze di sicurezza abbiano mai trovato riscontri concreti.
Poi, a sparigliare carte e certezze, sono arrivate le parole del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che due giorni fa, a margine del vertice anti-Isis di Londra, ha smentito la vulgata alfaniana degli ultimi mesi, parlando di «rischi di infiltrazione anche notevoli di terroristi dall'immigrazione» e di un elevato «grado di preoccupazione», nonostante l'allerta dei «nostri apparati di sicurezza». L'uscita londinese di Gentiloni ha offerto il fianco a quanti, Salvini e Lega in testa, da tempo sostengono che la permeabilità delle nostre frontiere, e ancor più le operazioni di soccorso e recupero dei migranti in mare come Mare Nostrum, siano di fatto una via d'accesso privilegiata per terroristi e aspiranti jihadisti. Tant'è che il reponsabile degli Esteri s'è affrettato a «smentire» se stesso, definendo una «idiozia» la commistione tra terrorismo e immigrazione, nonostante sia stato lui ad accostare i due argomenti.
Per aumentare la confusione, ieri è toccato ad Alfano tornare sul tema e smentire il compagno di governo, ribadendo la solita versione del Viminale. «Ripeto quello che ho sempre detto e che non è smentibile: nessuno può escludere infiltrazioni (di terroristi, ndr ) tra gli immigrati, ma fino a questo momento non ci sono tracce». Dunque c'è il pericolo potenziale, ma non c'è alcun riscontro concreto. Una specie di invito agli italiani a stare sicuri ma non troppo, visto che il titolare del Viminale ha poi aggiunto, in questo allineandosi al collega della Farnesina, che «la vigilanza è altissima» e che i nostri servizi di intelligence e le procure italiane «lavorano al massimo su questo fronte». «Occorre vigilare - ha detto ancora Alfano partecipando a un'iniziativa in ricordo della Shoah - e stare con le orecchie attente, pronti a combattere una nuova battaglia per la pace, la libertà e la democrazia», invitando comunque a «distinguere sempre tra chi prega e chi spara», anche quando questi ultimi «prendono in ostaggio un dio per uccidere».
La poco omogenea comunicazione dell'esecutivo Renzi su un punto chiave come la sicurezza - e in un momento particolarmente delicato - viene sottolineata tra gli altri dal senatore azzurro Francesco Aracri, che ritiene «bizzarro» il modo in cui Alfano e Gentiloni «a meno di 24 ore di distanza abbiano dato due versioni di fatto diverse sui temi di terrorismo e immigrazione».
Per Aracri, la «quasi smentita» arrivata ieri dal ministro dell'Interno «per difendere gli indifendibili Mare Nostrum e Triton» dimostra la «totale superficialità di questo governo nell'affrontare un tema così delicato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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