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Balneari, niente intesa. Il centrodestra non cede sul giusto indennizzo

I paletti di Fdi: "Non sottostare ai diktat Ue". Appello alla Consulta di sette parlamentari

Balneari, niente intesa. Il centrodestra non cede sul giusto indennizzo

«Il governo non ci convince sul tema delle concessioni e le nostre posizioni sono chiare e indelebili». Il centrodestra non è convinto. La famigerata Bolkestein fa ancora inalberare gli animi. «Si deve predisporre una mappatura di dettaglio da realizzarsi a spese e cura dello Stato dicono dal centrodestra - Inoltre, va determinato un equo indennizzo al concessionario uscente che deve provenire da una valutazione attestante la consistenza aziendale tramite perizia di professionista abilitato. In questo caso la perizia valuta il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa che ha parte immobiliare, mobiliare, attività circolante ed avviamento; al netto degli ammortamenti e svalutazioni effettuate e del debito o altri vincoli residui - la differenza tra il prima e il dopo è il danno aziendale che l'eventuale subentrante deve corrispondere».

Perfettamente d'accordo gli imprenditori, che hanno investito ingenti capitali nelle loro strutture balneari aperte da una settimana per questa stagione che si preannuncia infuocata. Una di queste è Alessia Berlusconi, titolare del bagno Alcione di Forte dei Marmi: «Mi sembra che su questa linea si possa iniziare a ragionare. È un passaggio imprescindibile: il riconoscimento del valore aziendale deve tenere conto di tutto, non solo di quello che fa comodo a loro. Anche se la posizione dei balneari è che la direttiva Bolkestein dovrebbe essere totalmente disapplicata, perché una direttiva che si riferisce ai servizi quando invece noi qui stiamo parlando di un bene è totalmente inappropriata. Noi spendiamo tempo e soldi per un problema che non dovrebbe esistere. Va anche bene rendere eque le concessioni ma espropriare le aziende costruite su decenni di lavoro è inconcepibile».

Stessa posizione per il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida che afferma duro: «Non possono bastare le promesse di indennizzi per chi non dovesse riottenere la gestione delle spiagge: Fratelli d'Italia ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi ipotesi di esproprio di fatto che metterà in ginocchio la categoria dei balneari. Imprenditori e lavoratori, che, negli anni, hanno investito importanti risorse contribuendo alla ricchezza dell'industria turistica e della nazione, non possono essere abbandonati dal governo solo per sottostare ai diktat dei burocrati di Bruxelles». «Vedremo quali parlamentari si assumeranno la responsabilità di cancellare la storia del turismo italiano a favore delle multinazionali estere», gli fa eco il vicepresidente di Forza Italia, Massimo Mallegni, responsabile del dipartimento Turismo del partito. E un gruppo di sette parlamentari capeggiato da Riccardo Zucconi, capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione Attività produttive della Camera chiede alla Consulta di disapplicare la sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni.

Anche Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera chiede al governo che ascolti i diversi attori istituzionali: «Siamo i primi a credere che sia necessaria una riforma organica del settore ma senza che questo comprometta un comparto strategico per la nostra economia».

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