Ancora un rinvio per i rimborsi agli obbligazionisti delle quattro banche fallite, approvazione lampo per il decreto mutui che dà agli istituti di credito la possibilità di mettere direttamente in vendita gli immobili senza passare dalle aste giudiziarie. Il Consiglio dei ministri che si è riunito ieri ha confermato i timori che martedì hanno provocato pesanti perdite in Borsa per i titoli bancari. Il governo si è preso altro tempo per il pacchetto di misure atteso da mesi. Nel decreto che era in agenda per la riunione di ieri c'erano le misure per facilitare il recupero crediti (esclusi i mutui) e, soprattutto, quelle per avviare la restituzione dei soldi ai risparmiatori truffati dalle banche andate in default e poi fatte oggetto del «salvataggio» del governo: Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, di Chieti e Banca Marche. Il risarcimento è previsto dalla legge di Stabilità che ha anche stanziato 100 milioni. L'esecutivo ha fatto sapere che intende allargare la platea dei risparmiatori interessati, aumentando la dotazione del fondo a 300 milioni. Ma il provvedimento si è arenato per la terza volta.
Non è colpa della trattativa con la Commissione europea, che è chiusa da tempo. Ieri lo ha ricordato il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager: «Abbiamo raggiunto un accordo con l'Italia sulla questione del Misselling». Il riferimento non è alla nuova versione della restituzione, quella che coinvolge tutti i risparmiatori o quasi, ma alla prima, quella prevista dalla legge di Stabilità. L'esecutivo europeo, già da tempo ha fatto capire che la cornice del provvedimento è stata definita e che ora tocca all'Italia fare la sua mossa. Poi arriverà il giudizio di Bruxelles. Scenario confermato anche ieri da fonti della Commissione europea. La palla è nel campo dell'Italia, ma la decisione di Roma tarda ad arrivare. Sempre in tema di banche Vestager ieri ha usato toni distensivi sul fondo Atlante. «Non credo che l'Italia intenda aggirare le regole sugli aiuti di Stato». Apertura importante che potrebbe essere la premessa a un via libera al fondo per gli aumenti di capitale e le sofferenze degli istituti bancari italiani.
Non ci sono stati problemi, invece, per approvare il decreto mutui. Provvedimento delicato perché prevede una rivoluzione. È l'attuazione di una direttiva europea e prevede che la banca possa vendere l'immobile di un cliente moroso, senza passare per le aste giudiziarie come avviene oggi, con una procedura che nella migliore delle ipotesi dura mesi. Rispetto alla prima versione, dopo il passaggio parlamentare, il decreto è stato alleggerito a vantaggio dei consumatori. Le rate mensili non pagate oltre le quali la banca può attivare la procedura sono salite a 18. Esclusi quindi i casi di ritardo nei pagamenti. L'applicazione è circoscritta alla concessione di credito garantito da ipoteca su un immobile residenziale; mutui finalizzati all'acquisto o alla conservazione del diritto di proprietà su un terreno o su un immobile edificato o progettato.
La legge prevede anche delle garanzie per i clienti, soprattutto sotto forma di maggiori informazioni su cosa succede in caso di conclusione del contratto e sui metodi di calcolo dei tassi.
Poi si prevede che nelle disposizioni attuative ci sia una particolare attenzione alle persone in stato di bisogno. Tra le novità pro clienti, la garanzia che, se i proventi della vendita del bene sono superiori al residuo di mutuo da pagare, la parte eccedente vada all'ex proprietario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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