«Sono cose che succedono, i problemi delle banche greche sono cominciati con discussioni politiche e quindi posso solo dire: teniamo le dita incrociate». Sono queste le parole pronunciate ieri dal capo della supervisione unica della Bce, Danièle Nouy, davanti all'Europarlamento. Con un riferimento al precedente degli istituti greci tutt'altro che casuale. E un monito sui rischi di contagio per il sistema del credito europeo. «Finora non credo che lo spread abbia raggiunto un livello di seria preoccupazione per le banche, ma non sappiamo cosa porta il futuro» e «sarebbe molto triste» se le banche italiane, che «hanno fatto molti sforzi» per ripulire i bilanci, «fossero colpite dalle conseguenze del dibattito politico». Di qui gli scongiuri sugli effetti della manovra gialloverde.
Tra le sfide che la Ue sta affrontando e che potrebbero colpire le banche non ci sono solo i rischi geopolitici esterni ma anche «il recente aumento dei rendimenti in un Paese è uno sviluppo non desiderato», ha aggiunto la responsabile della Vigilanza assicurando che la Bce «proseguirà il monitoraggio di ogni sviluppo che può indebolire la posizione di capitale delle banche».
Arrivata a fine mandato, il posto della Nouy al vertice della Vigilanza unica verrà occupato dal primo gennaio dall'italiano Andrea Enria (oggi a capo dell'Eba, l'autorità bancaria europea). La nomina è stata approvata dalla commissione problemi economici del Parlamento europeo con 42 sì, 1 no e 9 astensioni. Si tratta del primo voto perché gli eurodeputati dovranno pronunciarsi in assemblea plenaria. Il responsabile del Meccanismo di vigilanza unica della Bce dura in carica cinque anni; il mandato non è rinnovabile.
Davanti agli europarlamentari ieri Enria ha sottolineato che l'aumento degli spread sui titoli pubblici italiani sta avendo effetti sulle banche non solo direttamente per l'impatto sul capitale in relazione ai bond ma anche per la reattività dei costi di finanziamento: «penso che le autorità di Vigilanza debbano porre un focus importante sui piani di finanziamento delle banche per essere sicuri che siano robusti in uno scenario economico avverso», ha detto Enria preannunciando così la sua strategia una volta arrivato a Francoforte.
Nel frattempo, ieri in Piazza Affari la maglia nera del listino (che ha chiuso con un ribasso di quasi il 2%) è andata proprio ai titoli bancari: le vendite hanno affossato Banco Bpm (-5,42%) e Mediolanum (-4,47%), ma a soffrire sono state anche le big Intesa Sanpaolo e Unicredit
(rispettivamente -2,46 e -2,81%). La «sorvegliata speciale» del sistema, Carige, ha lasciato sul terreno un altro 5,56% (nell'ultimo mese il crollo ha superato il 66%) mentre il Monte dei Paschi ha ceduto il 3,26 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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