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Bando per 60mila volontari: la farsa dell'assistente civico

Servivano in Fase 1 per aiutare i cittadini in lockdown. Chiamata in ritardo, spacciati per sceriffi anti movida

Bando per 60mila volontari: la farsa dell'assistente civico

In Iran li chiamano «Basij»: un corpo di volontari che si occupa di difesa della «morale islamica». Nella Repubblica del Covid-19 c'è chi, dopo aver lodato il modello cinese nella lotta all'epidemia, pensa di ispirarsi a un altro fulgido esempio di democrazia. Almeno stando alla nota congiunta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, con Antonio Decaro, presidente dell'Anci.

I basij italiani si chiameranno «assistenti civici» e gireranno in pettorina blu. «I Comuni, attraverso l'Anci, - ha spiegato Boccia - potranno avvalersi del contributo degli assistenti civici per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale». Parrebbe proprio che si voglia istituire un corpo di occhiuti sorveglianti. «Ci ricorderanno con gentilezza, nei luoghi di assembramento - ha aggiunto Boccia- che occorre ancora qualche sacrificio per non vanificare gli sforzi fatti fin qui». L'annuncio arriva mentre impazza la polemica da parte di alcuni sindaci contro «l'eccesso di movida», solito refrain utile a coprire tutto quello che non si è fatto per mettere in sicurezza la società italiana, le famose tre T valide nel mondo ma scomparse dall'orizzonte del nostro governo: test, tracciamento, trattamento.

La realtà dei fatti dovrebbe essere un po' diversa dai propositi dichiarati da Boccia. Il reclutamento dei volontari avverrà attraverso un apposito bando cui dovrebbe dare il via libera già oggi un'ordinanza firmata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Dal dipartimento filtra un primo chiarimento: i volontari non avranno alcun potere di pubblico ufficiale. Per cui l'idea di una sorta di ronde o di sceriffi anti-movida perde immediatamente gran parte del senso. Senza poteri, gli assistenti civici potranno al massimo consigliare di non assembrarsi o fare una telefonata alla municipale. Davvero vale la pena reclutare un simile esercito solo per chiamare aiuto?

La sensazione è che l'iniziativa arrivi in clamoroso ritardo e, per renderla attuale, i suoi sponsor politici l'abbiano voluta legare al tema del controllo che è di moda in questo periodo della Fase 2. Nei fatti, del progetto di «assistenti civici» si parla da almeno venti giorni. Nella prima ipotesi le cifre stimate erano addirittura di 450mila volontari. Un'armata imponente che avrebbe avuto un ruolo utilissimo nella Fase 1: portare la spesa agli anziani, i farmaci ai malati, diffondere indicazioni utili ai cittadini spaesati dal lockdown. Tutte attività che invece sono state lasciate all'iniziativa privata e all'intraprendenza dei singoli Comuni.

Nella Fase 2 bisognerà inventare un ruolo per gli assistenti civici. E infatti i numeri sono scesi dai 450mila ipotizzati oltre venti giorni fa ai 60mila attuali. Nel comunicato ministero-Anci si specifica che si tratterà di volontari. Per cui, confermano dalla Protezione civile, non ci sarà retribuzione. Dunque sceriffi senza soldi e senza stella? I reali incarichi saranno in realtà decisi da ciascun Comune a seconda delle proprie esigenze.

Ma come si farà a motivare tanti volontari? Il bando sarà rivolto «a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali». In realtà, è assai probabile che si offra un qualche tipo di rimborso spese per chi si fa avanti. Una nuova conferma del fallimento del reddito di cittadinanza, che già prevedeva l'obbligo per i percettori di impegnarsi da otto a sedici ore settimanali in «progetti utili» per i Comuni.

Il fatto che serva un'ordinanza per far partire un sistema previsto per legge ormai da aprile 2019, è l'ultima prova che il reddito di cittadinanza è solo un assegno.

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