
Nel 2015 furono gli Uffizi, la Pinacoteca di Brera, il museo di Capodimonte a Napoli, la Galleria dell'Accademia di Firenze, il Palazzo Ducale di Mantova. Ora tocca al Colosseo: il bando internazionale per la ricerca del prossimo direttore del parco archeologico - che comprende oltre all'Anfiteatro Flavio, anche il Palatino, il Foro Romano e la Domus Aurea - è stato pubblicato ieri anche sull'Economist, oltre che sul sito del Mibact. Presto, entro l'estate, si potrebbe allargare dunque la collezione dei gioielli culturali italiani a guida straniera. Ieri è stato lo stesso ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a twittare: «Su the Economist il bando internazionale per il direttore del Colosseo. Ultimo passo della riforma dei museitaliani». Già, perché ad agosto del 2015 l'infornata di nuovi direttori aveva già portato alla nomina di ben sette stranieri (3 tedeschi, 2 austriaci, 1 britannico e 1 francese) sui venti selezionati alla guida dei maggiori siti museali. Da Eike Schmidt, 47 anni, esperto di fama internazionale, direttore degli Uffizi, Sylvain Bellenger che ha preso le redini di Capodimonte, mentre Brera è stata affidata al britannico di origine canadese James Bradburne.
Una «svolta», aveva definito allora il ministro Franceschini il decreto che rivoluzionava il comparto cultura, che «colma anni di ritardi, che completa il percorso di riforma del ministero e che pone le basi per una modernizzazione del nostro sistema museale». Non senza evitare una pioggia di polemiche per il metodo di selezione internazionale per ricercare studiosi esperti di beni nostrani.
Ed è una nuova pagina anche per la storia del monumento capitolino, che conquista così la propria autonomia sganciandosi dalla gestione diretta della Soprintendenza e del Comune di Roma. La gara, che scade il 14 aprile e renderà noto il vincitore entro fino giugno salvo proroghe, ricerca per il Colosseo un top manager capace di «leadership strategica» e che possieda «competenza di gestione di tale sito». Quattro gli anni di incarico in palio per l'inquadramento di dirigente di prima fascia e un compenso di 145 mila euro all'anno, più un eventuale retribuzione di risultato di massimo 35mila euro.
Il manager avrà il compito di coordinare e monitorare tutte le attività del sito, comprese «mostre ed esposizioni», oltre a occuparsi di «studio e la valorizzazione del patrimonio». Soprattutto, dovrà fare del parco «un luogo vitale, inclusivo, capace di promuovere lo sviluppo della cultura» e favorire «l'erogazione di elargizioni liberali da parte dei privati».