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Al Bano: "Basta offese alla nostra cultura"

Il cantante plaude alla nostra battaglia: "Non rinunciare alla tradizione"

Al Bano: "Basta offese alla nostra cultura"
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Al Bano, lo sapete, è un gigante della canzone italiana. La sua voce pazzesca ha accompagnato e commosso tre o quattro generazioni. Al Bano è un uomo di mondo, è conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta. Dai vecchi, dai giovani. E poi Al Bano è pugliese, di quella terra che i pugliesi chiamano il Capo. Tra Brindisi e Lecce. Terra rossa, ulivi e vigne. Albano adora la sua terra. E la tradizione. Gli dico: in alcune scuole hanno sostituito la parola "Gesù" con la parola "Natale". Attimo di silenzio. "Perché?". Perché dicono che la parola "Gesù" può offendere le persone non cristiane. Al Bano perde un po' della sua calma. Grida: "Chi l'ha decisa questa bestialità?". Gli spiego che l'hanno decisa alcuni presidi. Torna al suo tono di voce, e alla sua ironia: "Ma allora perché non mettiamo le finestre al Colosseo? Ti pare? La nostra gloriosa tradizione possiamo anche cestinarla se a loro piace così. E cestinare la storia".

Gli chiedo di spiegarmi bene il suo punto di vista. "Vedi - mi dice - quando tu pretendi che io rinunci a un pezzo della mia cultura e della mia tradizione, tu offendi me. Non sono io che offendo te difendendo le mie radici. Se dico queste cose sono anti-islam? No, no, mai. Io ho grande rispetto per l'Islam e per questo pretendo altrettanto rispetto per il Cristianesimo". Al Bano è certamente una persona molto tollerante. Mi spiega che lui è per la reciprocità. "Se Cristo è amore, se Dio è amore, se Allah è amore, allora dobbiamo trattarci con amore tra credenti di religioni diverse, e non proibirci o addirittura auto limitarci e auto offenderci".

Parlo ad Al Bano dei presepi. Gli chiedo cosa pensa di quelli che dicono che i presepi vanno eliminati dai luoghi pubblici, perché "escludono".

Al Bano per un attimo perde di nuovo la calma e alza la voce: "L'Italia è casa nostra - grida -. Io faccio il presepe perché questo mi dice la mia cultura. E se faccio il presepe non offendo nessuno". Gli chiedo se lo farà anche quest'anno, mi dice che certamente lo farà: "Come lo faccio da ottant'anni, da quando ero piccolino. Il pomeriggio si va nel bosco e si raccolgono le pietre più ricche di muschio. Poi si fa la capanna coi sugheri, e il laghetto con l'acqua. Si mettono la Madonna, Giuseppe, il bue, l'asino, i pastori, le pecore, e poi, sempre, il melone, si usa così dalle parti mie, e due arance che sono come due fari nel buio e nella coscienza. Dimmi tu: a chi faccio paura con questi gesti dolcissimi che ripeto da sempre?".

Cos'è concretamente un presepe? "Il presepe è la storia riportata in immagini. In poco spazio si racconta una grande storia. E di fronte al presepe dobbiamo essere tutti uniti".

Cos'è per te il Natale? "È la nascita di un nuovo re che ha un potere solo spirituale, e che nasce da un grande sacrificio, e con lui c'è Dio che sta sopra di noi e dentro di noi. Capisci? Un re senza poteri temporali: questo è grandioso". Al Bano manda un messaggio ai musulmani: "Ai miei amici islamici dico solo questo: giù le mani, i piedi e la testa dal nostro presepe".

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