Cronaca locale

Il bar che ha inventato la tassa sulla bestemmia. "Pagano tutti volentieri"

Castello di Godego, il tariffario di un locale: 1 euro una, 2,50 tre. Il ricavato in beneficenza

Il bar che ha inventato la tassa sulla bestemmia. "Pagano tutti volentieri"

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Il vasetto trasparente è già piuttosto pieno, giureremmo meno, in ogni caso, dei bicchieri di chi lo ha riempito. Monete da un euro, da cinquanta centesimi, da venti, versate dai bestemmiatori più accaniti.

Non poteva che arrivare dal Veneto questa storia di bestemmie e cicchetti che sembra uscita dal Bar Sport di Stefano Benni. Un bar di Castello di Godego, in provincia di Treviso, terra di prosecchi e parlantine sciolte, ha istituito un tariffario per chi pronuncia pubblicamente una bestemmia: un euro ad articolo, ma è possibile «acquistare» un conveniente pacchetto da tre a soli due euro e cinquanta, per maggiori informazioni chiedere alla cassa. Chi invece sacramenta in modo particolarmente creativo (vorremmo sapere chi giudica questa categoria artistica) deve deporre nel vasetto ben cinque euro. Un po' costosetto, ma vuoi mettere la soddisfazione di accedere alla vip lounge dell'oltraggio blasfemo? Comunque al momento nelle immagini disponibili non si vedono banconote nel vasetto, quindi ancora nessuno degli avventori parrebbe aver asceso l'empireo dell'eresia verbale. Questione di tempo, probabilmente.

La storia è raccontata dal Gazzettino, che ha intervistato i gestori del bar, che per l'appunto si chiama Bar Sport Da Mu, Daniele Muledda, la moglie Michela Bizzotto e la figlia Camilla Muledda. Ed è quest'ultima ad aver avuto l'idea del bestemmiometro. «Era al ritorno dalle ferie - racconta -. Nel bar erano presenti due avventori che stavano discutendo animatamente, con un intercalare continuo di bestemmie. Il tutto vicino a un bambino che stava con la mamma. Ecco, in quel momento ho pensato che dovevo fare qualcosa ed è nata questa idea».

Pare che gli avventori più verbalmente scorretti nel versare l'obolo non si siano fatti pregare, che poi che cos'è in Veneto la bestemmia se non una preghiera laica? Qualcuno avrebbe addirittura fatto l'abbonamento full, versando in anticipo un certo ammontare per avere poi libertà di parlare a piacimento.

Dicevamo che la notizia sorprende fino a un certo punto. Una recente ricerca di quelle sconclusionate che esplorano ogni interstizio della nostra vita, anche quelli che sarebbe meglio lasciare dove stanno, ha infatti piazzato Venezia e Padova ai primi due posti della classifica delle grandi città italiane dove la bestemmia è più frequente. Treviso non è compresa nell'analisi ma se i ritmi veneti sono quelli segnalati dalla ricerca (18 bestemmie al giorno di media, un eventuale blasphemy tax arriverebbe a costare 540 euro a persona.

Ma torniamo a Godego, paese che peraltro inizia per «god», ovvero dio in inglese, forse a suggerire eventuali traduzioni delle maledizioni. Ci chiediamo: come viene comminata la penalità? Nel caso di un classico accostamento tra divinità e suinità nessun dubbio: un euro e via. Ma in caso di acrobazie verbali, di eufemismi, di sostituzioni di consonanti, come ci si comporta? E sarà considerata una bestemmia anche chiedere un cappuccino alle 17 oppure suggerire il ghiaccio nel Prosecco o sostenere che lo scudetto quest'anno lo vincerà il Frosinone? Aspettiamo chiarimenti. Tanto l'ammontare del vasetto delle giaculatorei, fanno sapere dal Bar Sport Da Mu, andrà in beneficenza. Magari ai Bestemmiatori Anonimi. Ciao, sono Andrea e non bestemmio da due giorni..

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