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Una Barbie-bomba piena di odio: così volevano abbattere un aereo

Doveva deflagrare su un volo da Sydney diretto ad Abu Dhabi

Una Barbie-bomba piena di odio: così volevano abbattere un aereo

L'odio inscatolato tra le pieghe di una Barbie, inconfondibile simbolo dell'Occidente. Esplosivo nascosto nella bambola più sexy del mondo, capelli lunghi al vento, tacchi a spillo e bella da paura. E altro che velo. Eludere i servizi di sicurezza sì, ma anche colpire l'immaginario di quel mondo da abbattere e da sconfiggere. L'avevano escogitata così la vendetta contro i miscredenti i quattro fratelli terroristi smascherati ad un passo dal compiere una strage. Un trucco meschino con ambizioni omicida.

Tutto è successo a luglio, un grande lavoro di intelligence e di dati incrociati, informazioni passate tra i Paesi. I servizi segreti di Beirut e le autorità australiane; cooperazione e indagini che funzionano e che annientano il pericolo. Il piano criminale era far salire a bordo di in volo aereo della Etihad, diretto dall'Australia ad Abu Dhabi la bambola carica di esplosivo. I terroristi dell'Isis volevano distruggere un jet in servizio tra Sydney e gli Emirati. Il dettaglio, che è stato rivelato solo ieri dalle autorità di Beirut, segue le informazioni fornite all'inizio di agosto dall'Australia con la conferma dell'arresto di tre persone coinvolte nel piano.

Una storia che fino ad oggi ha riservato molte sorprese, così come aspetti non sempre chiari. Per oltre un anno i libanesi hanno seguito le mosse dei fratelli Kayat: Khaled e Mahmoud Khayyat vivevano in Australia, un terzo, Tarek, è un anziano e importante membro del sedicente Stato islamico e vive nella città siriana di Raqqa. Sarebbe lui la mente di tutto. Lui l'ispiratore, mentre sarebbe toccato al fratello più piccolo salire sull'aereo con la bambola riempita d'esplosivo e farla detonare 20 minuti dopo il decollo. L'operazione però fallisce. Per un motivo banale quanto provvidenziale: il bagaglio a mano supera il peso consentito. L'hostess di terra dice no. Niente da fare, la compagnia non ammette eccezioni e così la borsa resta giù. Piano sfumato.

Oggi si va a ritroso, in un vortice di ricostruzioni e tessere di puzzle da comporre. Quadri orrendi per visioni criminali. Il 15 luglio Khaled Kayat, 49 anni, libanese, accompagna all'aeroporto di Sydney il fratello che deve raggiungere Abu Dhabi con un volo Etihad e gli consegna un bagaglio destinato. Nel borsone è nascosto un ordigno che ha costruito grazie alle istruzioni ricevute via web da un alto dirigente Isis in Siria, probabilmente suo fratello Arar. La fazione gli ha anche fatto avere alcune componenti, compreso l'elemento principale: l'esplosivo. L'aereo ha 400 persone a bordo. Venti minuti dopo doveva esplodere la Barbie. Copione di una strage che fortunatamente non è mai andato in scena.

La bambola non è decollata.

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