Cultura e Spettacoli

Le Barbie non sono solo un gioco per piccoli. Collezionisti a caccia del pezzo più raro

La bambola del '59 può essere battuta all'asta tra i 9mila e i 15mila euro

Le Barbie non sono solo un gioco per piccoli. Collezionisti a caccia del pezzo più raro

Maria Cristina Lemmi ha 49 anni e possiede oltre 2mila bambole, per lo più Barbie con le quali ancora gioca. Ha un intero piano di casa dedicato alla sua collezione, che ha iniziato a prendere vita quando, appena venticinquenne, si è appassionata all'icona della Mattel. Alessandro Gatti, invece, di anni ne ha 46, di mestiere fa il costumista e lo scenografo e insieme al socio Giuseppe De Bellis e all'amico Enzo Funaro è l'organizzatore di «Bambole a Roma», l'evento che richiama da ogni parte d'Italia e del mondo collezionisti di Barbie.

«Si parte da un fattore nostalgia - racconta Maria Cristina, perché la bambola della Mattel rappresenta un po' la cultura pop e rispecchia la moda dell'epoca. Ma c'è anche un interesse a livello storico». Perché la casa produttrice ne ha sfornate nel tempo di ogni tipo, da quelle celebrative di anniversari, compleanni ed eventi fino alla Barbie vestite dai grandi stilisti. Il primo fu Benetton, con una collezione dedicata alle bambine e ai loro giocattoli con sembianze umane. Erano gli anni Novanta e da allora ne è passata di acqua sotto ai ponti. Emanuela Giordano, classe 69, colleziona per lo più le Barbie uscite tra il 59 e il suo anno di nascita. «Erano quelle della mia infanzia. Ci gioco ancora, le vesto, creo scene. I doppioni vintage li rivendo», spiega. Anche a cifre importanti: qualche bambola supera i 500 euro. Anche se la più cara è la numero 1, quella del 59, rarissima da trovare e battuta all'asta a prezzi che vanno dai 9mila ai 15mila euro. Girando per gli stand si trova di tutto: dai modelli che assomigliano ai cantanti pop o moderni fino a quelli con le sembianze dell'aviatrice Amelia Earhart, ma anche le Barbie curvie, dedicate alle bambine un po' più cicciottelle.

«Io ho iniziato a raccoglierle nel 94 - spiega Gatti -. Mia mamma mi regalò la serie da 3 dedicata a Marilyn Monroe, quando fui operato di appendicite. Giocavo con le amichette con Ken e Big Jim e ci scambiavamo le bambole. Oggi ne possiedo oltre 2mila che tengo in teche in un intero piano di casa. Col mio socio abbiamo realizzato il marchio Artist Creations. Realizziamo Barbie a immagine e somiglianza dei personaggi famosi. Le abbiamo regalate a Madonna, Julia Roberts, Sharon Stone, Sofia Loren. Non ci crederete, ma davanti alla Barbie ballerina del 1973 mi batte ancora il cuore». Visto da fuori il mondo dei quasi cinquantenni che giocano con le bambole può apparire qualcosa di strambo. Eppure un senso c'è. «Torniamo bambini - spiegano - ritroviamo un legame con l'epoca più felice della nostra vita. E ci sono appassionati anche anziani». Nostalgici? Non proprio, più che altro cultori della moda, viaggiatori della fantasia. A novembre si riuniranno come ogni anno al Pigneto per la Roma fashion doll convention, un incontro internazionale in collaborazione con la Mattel che richiamerà collezionisti da tutto il mondo. Una nuova occasione per scambiarsi Barbie, vestiti e accessori e per continuare a giocare.

Perché, in fondo, siamo tutti un po' bambini e la fantasia addolcisce la dura realtà.

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