Barca di cittadinanza, ex br e nemici alleati. La campagna horror del candidato grillino

Gaffe e contraddizioni hanno riaperto la sfida in Campania

Barca di cittadinanza, ex br e nemici alleati. La campagna horror del candidato grillino
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Napoli Dall'ex brigatista al candidato in posa con il pregiudicato. Passando per la barca di cittadinanza. Roberto Fico, pur di conquistare la guida della Regione, rinnega 10 anni di battaglie grilline. Stringendo patti con i ras campani, da Cesaro a Mastella. E chinando il capo allo sceriffo (un tempo considerato il male assoluto) Vincenzo De Luca.

L'armata Brancaleone di Fico si prepara al rush finale della campagna elettorale. Con l'incubo di una rimonta da parte del candidato di centrodestra Edmondo Cirielli. Forse l'immagine che più di ogni altra cristallizza la capriola di Fico è la stretta di mano nella piazza di Benevento con Clemente Mastella. Fico, il duro e puro dei 5 Stelle, è nato urlando slogan contro la politica familista di Mastella. Ora ci va a braccetto. Di De Luca Fico ne ha detto il peggio: "Impresentabile", "male assoluto", "sceriffo", "dittatore". E alla presentazione della candidatura, Fico spende le prime parole (al miele) per lui: "Lo ringrazio per ciò che ha fatto per la Campania". E Cesaro? Fico la considerava appartenente a una "stirpe politica da cancellare in Campania". Oggi Armando Cesaro, candidato nella lista di Renzi, diventa il testo di riferimento: "Vi invito a leggere le riflessioni del mio amico Armando", chiosa Fico. E nessuna parola però per Giggino, papà di Armando, che chiama sindaci e consiglieri per far votare Fico. È la Campania bellezza. Se passiamo agli impresentabili, gli indagati che un tempo il M5s voleva mandare al confino, la lista nella coalizione di Fico è lunghissima. Carmine Mocerino, indagato per voto di scambio, è la punta di diamante della lista "A testa alta", che fa capo al governatore uscente Vincenzo De Luca. Enzo Alaia, potentissimo presidente uscente della commissione Sanità della Campania, è in lista con "Casa Riformista". Poi tocca a Franco Picarone, candidato del Pd e presidente di commissione Bilancio. Lui dice: "Io sono il migliore, ho solo l'associazione a delinquere semplice". Applausi. A Caserta, c'è Marcello De Rosa, candidato di punta di Mastella. Nel curriculum una condanna in primo grado per falso. Lui è felice: "Fico ha studiato le mie carte, non teme nulla". Eccolo il Fico, metà pubblico ministero e metà avvocato. A Caserta c'è il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero. Non ha indagini a suo carico. Ma il nome è legato al Pd. I vertici l'hanno cacciato per via dello scandalo tessere. Lui si difende: "I miei sono gli unici voti puliti a Caserta". E Fico risponde: "Sali a bordo Genna'". Menzione speciale Mauro Scarpitti che ha fatto i santini elettorali con Sabino De Micco, consigliere municipale finito in un'indagine per voto di scambio. È chiamato mister Caf, perché la sua candidatura richiama alla rete dei Caf nell'area orientale di Napoli. Fico l'ha voluto in lista per l'eccezionale fantasia.

Per Fico è arrivata anche la chiamata alle armi da parte di un ex br: schierato per il grillino Pasquale Aprea, uomo di punta della colonna napoletana e carceriere dell'ex assessore regionale Ciro Cirillo.

Ma a 10 giorni dal voto a pesare sull'andamento elettorale potrebbe essere la storia della barca ormeggiata a Nisida in un porto militare. Fico respinge le accuse: "Tutto regolare". Al più è un privilegio. Ecco proprio quei privilegi che il Fico duro e puro voleva combattere. PaNap

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