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Barcellona, fermati 6 anarchici italiani. "Hanno provato a uccidere un agente"

Individuati durante le proteste per l'arresto del rapper Hasél

Barcellona, fermati 6 anarchici italiani. "Hanno provato a uccidere un agente"

Ci sono anche sei italiani tra gli otto manifestanti finiti in manette per i disordini di Barcellona di sabato 27 febbraio, esplosi per la condanna a nove mesi del rapper indipendentista Pablo Hasél colpevole di avere insultato con Twitter la Corona di Spagna. I connazionali, tutti squatter, di cui quattro originari del Piemonte, risiedono in Catalogna, sono cinque uomini e una donna con età comprese tra i 29 e i 35 anni e non sono iscritti nel registro Aire, l'albo degli italiani residenti all'estero. Di loro si sanno solo quattro nomi: Sara Caterina Casiccia, Luca Callegarini, Ermanno Cagnassone e Alberto Frisetti.

Da sabato notte sono sottoposti allo stato di fermo per flagranza di reato, secondo quanto informa l'Ambasciata Italiana a Madrid. Questa mattina, alla scadenza delle 72 ore previste, nell'udienza del tribunale a Barcellona si saprà se sarà convalidato l'arresto dei sei, considerati vicini agli ambienti anarchici della Catalogna. Per Sara Caterina Casiccia, conosciuta nei social come Zarina Kasitscha, 35 anni, laurea in Antropologia, videomaker di Torino e residente nel Maresme, un distretto fuori Barcellona, si ipotizza, assieme a un altro italiano, l'accusa più pesante: tentato omicidio ai danni di un agente della Guardia Urbana, la polizia municipale, aggredito sabato notte con liquido incendiario mentre era seduto al volante di un furgone della polizia. La trentacinquenne avrebbe cosparso il mezzo con l'acquaragia, mentre pochi secondi dopo un altro manifestante lanciava una bottiglia molotov provocando un grande falò che ha immediatamente avvolto il mezzo. In meno di un minuto una colonna di furgoni della Brimo, le squadre antisommossa dei Mossos d'Esquadra, è piombata nella zona dell'aggressione, evitando peggiori conseguenze: l'agente è riuscito ad abbandonare il mezzo protetto dagli scudi dei compagni per evitare il fitto lancio di pietre e bottiglie.

La Casiccia, secondo alcuni giornali catalani, avrebbe alcuni precedenti penali. Nel caso di convalida dell'arresto, andrebbe a processo per il reato di tentato omicidio che in Spagna è punito con il carcere dai 10 ai 20 anni. La giovane voleva bruciare la camionetta con dentro una persona mettendo a rischio la sua vita. Sembrerebbe, infatti, che la videomaker italiana sarebbe stata incastrata da alcune testimonianze raccolte dai Mossos, ma soprattutto dai filmati delle telecamere esterne di videosorveglianza che la mostrerebbero mentre versa il liquido sul furgone, in una posizione in cui non poteva non accorgersi che all'interno ci fosse un agente.

La donna produceva filmati con protagonisti gli squatter, gli artisti di strada. Nella sua pagina Facebook non nasconde la sua natura anarchica. Scrive in un post: «Buongiorno dal fronte della resistenza. I crimini artistici sono belli». E in un altro «Quelli che non protestano per la libertà a volte mi fate sentire come se l'alieno fossi io».

Gli altri quattro italiani, invece, dovranno rispondere di reati minori, come l'appartenenza a gruppo criminale, disordini pubblici e danni ad auto e vetrine.

Con i sei italiani sono stati fermati anche un francese e uno spagnolo.

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