La base sgomenta contro il Garante: "Così sarà la fine"

Le chat degli iscritti sono un fiume in piena. E i militanti sperano nell'uscita dal governo

La base sgomenta contro il Garante: "Così sarà la fine"

Il fiume è tutto un mulinello fragoroso. Lontano dai siti ufficiali, le chat degli iscritti sono in piena. Ci sono i grillini irriducibili, i contiani, gli incerti e quelli che non sanno da che parte andare. «Ma votare e vedere cosa dice la base?», chiede agli amici del Lodigiano - questo il nome della chat - Roberto Murolo, buttandola sui sacri principi. «Abbiamo già votato agli Stati generali», gli risponde per le rime Sara Montrasio.

L'accavallarsi dei rituali della democrazia diretta non ha sciolto i nodi. E la corrente è fortissima. «Potevamo fare un ottimo lavoro con Conte - s'incupisce ancora Murolo - e invece. Boh, vediamo i tempi e il resto».

C'è il rimpianto per una stagione che prometteva una nuova primavera e invece non è nemmeno iniziata. Peccato, ma lo straniamento non è un ammutinamento. O almeno, non ancora: si vuol capire dovrà andranno l'Elevato e i generali che sono rimasti o rimarranno al quartier generale.

«La prossima mossa? Uscire dal governo», profetizza Elena Sironi.

Ma è Conte, se la logica ha un senso, che dovrebbe guidare le truppe ribelli, quelle che sono rimaste al Conte 2 e non ne vogliono sapere del Draghi, quelle che potrebbero dare vita ad un raggruppamento fuori dal perimetro inclusivo della maggioranza, una cosa meloniana dall'altra parte, venata di sottile indisponibilità alle politiche degli ultimi quattro mesi.

La chat è un laboratorio politico in miniatura e i militanti condividono pareri ma in realtà duellano, mettendo un piede nel futuro che è appena stato cancellato.

«Beppe - è il punto di vista di Stefano - sta facendo tutto questo proprio per mantenere il governo attuale». Ecco l'analisi, senza farsi travolgere dalle emozioni: Conte avrebbe pilotato la macchina su un'altra traiettoria, magari l'avrebbe anche tenuta nella carreggiata di governo, ma molti attivisti vedono nel discorso sprezzante e tutto scintille di Grillo quasi un controgolpe per fermare una deriva pericolosa.

Certo, c'è confusione ma l'importante è fissare la rotta e Grillo l'ha segnata, anche se magari a qualcuno non piace. Una militante storica, Marina, s'imbozzola in mille domande, chiedendo lumi a Manuel Draghetti di Crema: «Spero tu sappia dirmi come è il Movimento... e come dev'essere per non perdere consensi... fino ad adesso nessuno ha saputo indicare la linea. Manuel, io mi sento una 5 Stelle fino al midollo e sono convinta che Giuseppe Conte sia l'unica ancora di salvezza e sono pure convinta che Beppe Grillo abbia perso in lucidità e questa è pazzia».

Draghetti non arretra: «Il Movimento non ha come obiettivo il consenso».

Marina s'indurisce e se ne esce con un giudizio affilato: «Povero Beppe, senza Conte, io non voterò più 5 Stelle, perché senza di lui il Movimento si affosserà e questo mi fa vergognare, verso un Paese un difficoltà come la nostra Italia. Beppe - è la chiusura quasi urlata, passando al tu - sei un vecchio egoista ed egocentrico».

L'Elevato viene scomunicato da chi non avrebbe i titoli per farlo se non alzare la mano e votare in una delle tante consultazioni on line. Ma pure Draghetti non si lascia sopraffare dalla tensione e chiude gelido ai dubbi e alle proteste: «Allora non hai capito cosa sia il Movimento, mi dispiace».

Contiani e anticontiani, i whatsapp sono la frontiera della grande faglia e della nuova indignazione che sale. Ma anche la location dell'arrocco: avanti con Grillo. Comunque.

Ma il partito dei delusi, anzi degli arrabbiati per la svolta repentina, non si arrende e prende d'assalto le bacheche dei «portavoce».

Ci vuole un momento di confronto corale per provare a chiarire quel che ora divide e separa come un coltello: «Se non si fa subito l'assemblea - mette le mani avanti la parlamentare marchigiana Patrizia Terzoni - sarà fatta sulle pagine di Fecebook».

E anche i deputati saltano per aria come tappi di bottiglie, perdono qualunque filtro critico e si abbandonano a giudizi impietosi, come il popolo che li ha eletti: «Ragazzi per me è

finita, chiusa - si sfoga con l'Adnkronos il deputato Roberto Rossini - siamo alla follia». Si attende l'assemblea che si terrà oggi. Sono tutti in mezzo alla corrente e la voce del fiume copre tutte le richieste di aiuto.

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