"Basta coi tatticismi dobbiamo tornare a parlare alla gente"

Berlusconi lancia un appello ai suoi in vista delle Regionali. La diplomazia azzurra dietro l'apertura del leader leghista sugli accordi con il Carroccio

"Basta coi tatticismi dobbiamo tornare a parlare alla gente"

Roma - «Oh, finalmente. Bene così ma adesso chiudiamo». A Berlusconi stampano le agenzie di stampa che riportano le ultime dichiarazioni di Salvini. Spariti i toni bellicosi, anzi: il leader del Carroccio tende la mano al Cavaliere fino ad augurarsi che l'accordo si perfezioni il più presto possibile. L'ex premier annuisce e valuta positivamente il nuovo mood di Salvini tutto teso a sotterrare l'ascia di guerra. Dietro la frenata del capo della Lega c'è un grande lavorio delle diplomazie verdi e azzurre: Massimo Bitonci, lo stesso Zaia e Giancarlo Giorgetti da parte leghista; Alessandro Cattaneo, Deborah Bergamini e il senatore Marco Marin da parte forzista. E proprio una telefonata tra Salvini e il coordinatore azzurro del Veneto contribuisce a far sì che le dichiarazioni salviniane siano più dolci che agro. L'accordo ancora non s'è perfezionato ma «non si può non chiudere in fretta» è il pensiero sia di Salvini sia di Berlusconi. I quali, timorosi di complicarsi la vita per una partita già vinta in partenza, dovrebbero vedersi mercoledì a Roma per suggellare l'alleanza. Il Cavaliere è stufo di tatticismi e vuole chiudere anche se c'è ancora qualche settimana di tempo utile prima di dover presentare le liste. «Ci interessano i progetti concreti e le risposte da dare alla gente. Su questo ci stiamo confrontando con la Lega - dice il coordinatore azzurro del Veneto, Marin -. Noi siamo per continuare l'esperienza del buon governo in Regione, che in questi cinque anni ci ha visti protagonisti fondamentali». Insomma, parlare delle Regioni e delle ragioni per cui l'alleanza di centrodestra ha dato ottimi frutti.

Questo il criterio principe per Berlusconi, seccato dagli eccessivi tatticismi dei partiti: «Occorre tornare a parlare alla gente: da Nord a Sud». Già, il Sud. Anche qui l'altro alleato naturale nicchia per tattica: l'Ncd non scioglie le riserve sull'appoggio al governatore uscente Caldoro per contare di più durante le trattative sulle liste. Tuttavia resta ridotto al lumicino l'ipotesi che gli alfaniani si schierino con il candidato del Pd. Anche in questo caso il Cavaliere lascia che siano i suoi fidati «ambasciatori» a lavorare per trovare la quadra e a lavorare sui «centristi», oltre a Toti e Bergamini, c'è anche il senatore Altero Matteoli. Il quale mette i puntini sulle «i»: «La trattativa è in corso e comunque escludo un sostegno da parte nostra a Flavio Tosi. Ma l'appoggio di Forza Italia a Zaia in Veneto non è affatto scontato. Dipende da cosa farà la Lega anche al Centro-Sud, ovvero in tutte e sette le Regioni chiamate al voto».

Intanto, nel giorno in cui Fitto raduna i «ricostruttori» nella sua Puglia, proprio l'ex governatore svela: «Ho sentito Berlusconi qualche giorno fa per commentare positivamente la notizia della sua assoluzione - dice -. E comunque non c'è uno scontro con lui da parte mia; certo ci sono tre questioni sulle quali bisogna avere delle posizioni chiare: la linea politica alternativa al governo Renzi, i contenuti dai quali ripartite, e un modello organizzativo che, così come è, non va.

Non lo dico io è nei fatti». Ma l'ex ministro esclude di rieditare il «che fai mi cacci?» di finiana memoria: «Nessuno ci caccerà col cartellino rosso», assicura. E non è escluso che, dopo Salvini, Berlusconi voglia rivedere anche Fitto.

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