Alti o bassi, slanciati o tracagnotti, d'ora in avanti tutti abili e arruolati. Basterà la buona salute.
Esercito, Polizia e Vigili del Fuoco si aprono ai corti. Lo ha deciso la Camera in nome dell'uguaglianza, cancellando un altro dei tabù d'Italia. Fino a qualche giorno fa per aspirare a diventare caporalmaggiore, poliziotto o pompiere occorreva in statura una dotazione minima di centimetri: 165 per gli uomini, 161 per le donne. Adesso serviranno «parametri fisici correlati alla composizione corporea, alla forza muscolare e alla massa metabolicamente attiva». Nessuno sa cosa ciò voglia dire, ma ci sarà tempo per pensare alle traduzioni dal burocratese. Per il momento, si festeggia l'abolizione di una norma che l'elevarsi (fisico, per carità) della popolazione aveva già in larga parte disapplicato. Dopo la seconda guerra mondiale, una volta ripreso a mangiare, per come certifica la britannica University of Essex gli italiani avevano ricominciato anche a crescere in altezza: se tra il 1871 ed il 1911 s'erano alzati di 0,72 centimetri, dal 1950 in poi hanno guadagnato in media, ogni decennio, un centimetro e mezzo. Fino ad arrivare - secondo l'Istat - a standard ancora lontani (pure in questo) da quelli europei, ma che toccano oggi i 175 centimetri per i maschi ed i 162 per le femmine.
Eppure, l'abrogazione del tetto non è stata cosa semplice. In prima linea, sul fronte dei contrari, era sceso addirittura il capo di Stato maggiore della Difesa. L'ammiraglio di squadra Luigi Binelli Mantelli aveva notificato agli inquilini di Montecitorio un parere di fuoco, che sembrava non lasciare scampo ai piccoletti: «Specifici parametri antropometrici costituiscono riferimento per la costruzione di unità navali, sommergibili, velivoli, veicoli tattici e persino dell'armamento individuale». Insomma, per i militari ridotti alle pezze dai continui tagli, pareva voler lasciare intendere l'altissimo ufficiale, sarebbe stata una tragedia provvedere all'acquisto di divise della giusta taglia o all'adeguamento di caccia e affini, non potendosi ritenere onorevole né sufficiente un passaggio dal sarto per adattare le uniformi disponibili o un salto dal meccanico per rialzare i seggiolini di comando. Per lui è stata una Caporetto. «L'intento è di favorire, con l'arruolamento, importanti opportunità lavorative», ha cannoneggiato pragmatica la relatrice del provvedimento, la democratica Silvana Amati, chiudendo il caso.
Così, come se la fioritura del Pil fosse questione di centimetri, s'è risparmiato sull'altezza. Per la felicità di molti, ma non di tutti.
I nuovi parametri, alla faccia della parità, non valgono per i corazzieri: per loro restano obbligatori quota 190 ed una costituzione adeguatamente armoniosa. Con buona pace di Renato Rascel e di quelli «alti» come lui: corazzieri nel cuore, che l'Italia dei veri falsi buonisti rifiuta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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