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E Alessandro Di Battista stila la lista dei giornalisti "buoni"

Alessandro Di Battista all'attacco degli editori ma salva i 'giornalisti liberi' come Travaglio, Bechis, Buttafuoco, Massimo Fini, Alberto Negri e Milena Gabanelli

E Alessandro Di Battista stila la lista dei giornalisti "buoni"

"Come volevasi dimostrare è partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico". Alessandro Di Battista risponde su Facebook, con un lungo post, alle critiche che il mondo dei media gli ha rivolto dopo che lui aveva definito i giornalisti delle "puttane".

"Ben vengano le manifestazioni per la libertà di stampa, solo che andrebbero fatte in Svizzera sotto casa di de Benedetti, ad Arcore sotto casa di Berlusconi o davanti alle incompiute Vele di Calatrava per le quali il gruppo Caltagirone si è beccato un bel po' di soldi", scrive 'Dibba' che attacca i giornalisti che "per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi" e poi " partono con la solita litania: 'giù le mani dall'informazione', oppure “nessuno tocchi la libertà di stampa”.

Di Battista rivendica la scelta di non aver voluto fare il ministro "per essere totalmente libero di scrivere e dire ciò che penso" perché "questo è un privilegio incredibile, altro che auto blu e assegni di fine mandato". Poi arriva la lista dei buoni e dei cattivi: "Lo dico ancora una volta, il mestiere del giornalista, quello con la schiena dritta, è importante come quello del chirurgo. E grazie a Dio in Italia ci sono eccome Giornalisti liberi, è libero Travaglio uno che il Movimento l'ha bastonato ripetutamente, è libero Massimo Fini, un uomo che per non essersi piegato al pensiero dominante non ha fatto la carriera che meritava". E ancora: Pietrangelo Buttafuoco ("uno degli ultimi intellettuali rimasti"), Fulvio Grimaldi e Alberto Negri ("due non certo teneri con la politica estera dell'attuale governo"), Franco Bechis, Luisella Costamagna e Milena Gabanelli. E, sempre secondo il 'Dibba', sono cronisti liberi tutti coloro "che hanno capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono svariati sicari dell'informazione ormai distaccati dalla realtà e capaci di scendere in piazza per difendere esclusivamente la loro posizione di potere".

"Io - conclude l'ex deputato hrillino - sono fiero per ciò che ho fatto in Parlamento (nonostante un mucchio di errori dei quali mi scuso) e soprattutto della scelta che ho fatto dopo esserne uscito. Perché la libertà vale più di ogni cosa, anche di un ministero e soprattutto perché solo scegliendo di 'uscire fuori dal palazzo' ho potuto iniziare ad insegnare a mio figlio ad essere libero.

E i figli credono a ciò che vedono, non a ciò che sentono, come d'altronde ormai la gran parte dei cittadini".

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