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Di Battista: "Un referendum sull'euro per far decidere gli italiani"​

Il deputato romano ribadisce, in una lunga intervista intitolata "Salvate l’Europa dei popoli", la volontà del Movimento 5 Stelle di candidarsi alle prossime elezioni e di vincere

Di Battista: "Un referendum sull'euro per far decidere gli italiani"​

"Euro ed Europa non sono la stessa cosa. Noi vogliamo solo che siano gli italiani a decidere sulla moneta", ha dichiarato Alessandro Di Battista al Die Welt.

Sulle possibili conseguenze il pentastellato ha detto: "Conosco bene quali sono le conseguenze dell'introduzione dell'euro, la perdita di potere d'acquisto, il calo delle retribuzioni, la riduzione della capacità di concorrenza delle imprese, il degrado sociale, la disoccupazione. Se l'Europa non vuole implodere deve accettare che non si può andare avanti così. Nel 2017 ci saranno elezioni importanti. In Francia probabilmente vinceranno i gollisti o Le Pen. In Germania la cancelliera ce la farà anche stavolta, ma i movimenti alternativi, chiamiamoli così, avanzano".

Nell'intervista dal titolo Salvate l’Europa dei popoli, l'esponente pentastellato ha ribadito la volontà del Movimento 5 Stelle di correre per vincere le prossime elezioni. E alla domanda se lui si senta personalmente pronto a governare ha risposto: "Saranno i cittadini a deciderlo. Noi siamo pronti a candidarci e con maggiore determinazione rispetto al 2013".

Il giornalista incalza poi Di Battista su alcune polemiche come ad esempio le divisioni interne del Movimento. Il pentastellato ha risposto: "Il Movimento 5 stelle non ha correnti. Sono i media che lo dicono". E ancora sui presunti soldi presi da Putin: "No, anche in questo caso si tratta di un'insinuazione dei media, per la precisione di due giornalisti. Li abbiamo querelati".

Di Battista passa poi a elencare i punti del programma: "Noi diamo la precedenza alle piccole e medie imprese. Intervenendo in questo ambito la ripresa è assicurata. L'imposizione fiscale deve diminuire. Servono istituti finanziari pubblici che consentano investimenti a favore di queste imprese e il reddito di cittadinanza". Il modo per finanziare il tutto è "con una seria lotta alla corruzione, che secondo le stime della Corte dei conti costa allo Stato 60 miliardi di euro l'anno. Variando i termini di prescrizione, che interrompono migliaia di processi. Ai politici corrotti va impedito di ricandidarsi.

Tutto questo porta denaro nelle casse dello Stato: la corruzione triplica i costi delle opere pubbliche".

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