«Non sono più quello che ero 40 anni fa, sono un'altra persona». Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Pac catturato in Bolivia dopo una latitanza prima in Francia e poi in Brasile, ha affidato le sue prime parole da carcerato agli esponenti dei Radicali Maurizio Turco e Irene Testa, che, insieme agli avvocati Annamaria Uras e Rosaria Manconi dell'Unione Camere penali, lo hanno incontrato per pochi minuti nel consueto giro che i Radicali fanno nei penitenziari italiani, in questo caso nella cella di Massama, a Oristano, dove con lui sono reclusi altri 264 detenuti, la maggior parte in regime di alta sicurezza. «L'abbiamo trovato in buone condizioni, non si è lamentato delle condizioni di detenzione», ha riferito all'Agi, Irene Testa, candidata a Garante delle persone private della libertà personale della Regione Sardegna, «Ci ha detto che alcuni parenti hanno fatto istanza per venirlo a trovare e ci ha parlato dei suoi tre figli, di cui due in Francia e uno in Brasile. Piuttosto, si è rammaricato per l'immagine che è stata data di lui e in cui non si riconosce. Ci ha detto di essere rimasto male per come è stato trattato al suo arrivo in Italia, e di non essere più quella persona che era 40 anni fa, che non ci si può accanire così e non si può scontare una condanna due volte».
«Ho spento la tv e non leggo i giornali», ha riferito l'ex terrorista condannato all'ergastolo e che a Massama si trova in isolamento diurno, condizione in cui resterà per sei mesi. Stava leggendo un libro, Se questo è un uomo di Primo Levi. «Ci ha raccontato che ha cominciato a scrivere un libro». Autobiografico? «No, un romanzo». «Non ero un latitante, avevo tutti i documenti in regola», ha detto Battisti alla delegazione che ha visitato il carcere per circa tre ore.
Dal detenuto nessuna lamentela su come viene trattato a Oristano, neanche quella - sollevata da altri reclusi - dell'assenza dell'acqua la notte». Ha detto di non voler commentare il video di Bonafede «proprio per le tante inesattezze e cattiverie raccontate: Solo un pensiero a figli, che ovviamente gli mancano moltissimo».
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