Tiberio Brunetti, fondatore e amministratore di Spin Factor, società di consulenza politica e di comunicazione strategica, analizza le strategie di comunicazione dei leader nella fase clou della campagna elettorale.
Campagna elettorale sotto l'ombrellone. Come cambia la comunicazione politica?
«Campagna estiva e breve: durerà meno di due mesi, di cui uno di vacanze. Infatti agli italiani ancora non interessa granché. Dai dati che abbiamo tramite Human - la nostra piattaforma che analizza e mappa le conversazioni in rete emerge che solo il 16% delle discussioni social verte su politica ed elezioni. Ai leader perché il voto con questa legge elettorale lo determinano loro, i candidati sono residuali serve una strategia per acquisire credibilità e immediatezza.
Quanto è determinante nell'orientamento al voto il tema della guerra?
«La guerra in sé meno di quanto si pensi. I suoi effetti, ovvero il rincaro dei costi energetici, tanto. Servono proposte percepite come realizzabili».
Letta punta su nero o rosso. È una strategia vincente? Quanto interessa gli elettori il pericolo fascista?
«Pochissimo. Non c'è un pericolo fascista e comunque il voto non lo prendi con strategie contro l'avversario. Non funziona più il lui è peggio di me. Il voto, soprattutto quello degli indecisi o di chi pensa all'astensione, lo conquisti se mi dici chi sei, cosa fai e dove mi porti».
Pancetta o guanciale. Questo tipo di comunicazione non rischia di aumentare l'astensione?
«Assolutamente sì. Forzate operazioni simpatia che ricordano l'algido Mario Monti, premier del governo «lacrime e sangue», che nella campagna elettorale del 2013 di punto in bianco si presentò in tv con un cagnolino. Usciamo da una pandemia, c'è preoccupazione molto forte sulla tenuta di economia e servizi, serve serietà. Sennò si finisce non solo con l'esporsi alle beffe degli avversari, ma anche alla contrarietà dei propri supporter e simpatizzanti che si chiedono: ma perché giochi sulla carbonara e non dici nulla sulla cultura? Alcune performance sui social mi fanno ricordare Nanni Moretti quando nel film Aprile, esasperato, esclamava: Che tortura questa campagna elettorale, speriamo che finisca presto.
Berlusconi è un animale da competizione elettorale. Ci riserverà il colpo a sorpresa?
«Silvio Berlusconi è l'unico che sta puntando anche grazie alle brevi e chiare pillole video quotidiane - su una comunicazione concentrata principalmente sui contenuti, con una scelta semantica moderata e comprensibile.
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