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Bavaglio della lobby gay. "Roccella non può parlare"

Nuovo assalto alla ministra, contestata in Puglia da femministe e gruppi Lgbt. "È contro i diritti"

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«Ciao, lo sai che la ministra Roccella parteciperà al Libro Possibile di Polignano a Mare sabato prossimo 8 luglio? Ci sembra l'occasione giusta per organizzare un flash mob e manifestare in modo civile e pacato il nostro dissenso verso le sue politiche governative per la famiglia, donne e pari opportunità. Se anche tu non riesci a girarti dall'altra parte, ti aspettiamo sabato 8 alle ore 21 nei pressi del Monumento ai Caduti di Polignano. Porta con te una benda per coprire gli occhi insieme alla voglia di condividere il dissenso». Questo il messaggio girato e inoltrato via Whatsapp nei giorni precedenti all'intervento della Roccella alla kermesse culturale della cittadina pugliese. Un invito insomma a replicare quanto avvenuto al Salone del Libro di Torino, quando al ministro della Famiglia era stata impedito di presentare il suo libro, scatenando non solo la reazione del governo ma anche del presidente della Repubblica. Se il messaggio girato sui telefoni non è firmato, lo è invece il volantino preparato per l'occasione. Una lunga lettera al ministro, firmato «Un gruppo di femminist*», con la cosiddetta shwa, la lettera finale senza genere, nè femminile nè maschile, per rispettare la fluidità del gender senza genere preciso. Un atto di accusa contro «le politiche del governo che minano diritti duramente conquistati», «basate sull'esclusione e non sull'inclusione» e sull'imposizione del concetto di «famiglia tradizionale», secondo loro obsoleto e violento. «Non resteremo ferm* a guardare. La nostra resistenza farà rumore».

Ma le femministe (da leggersi senza la e finale, sennò si risentono) non sono le uniche ad essersi organizzate per contestare la Roccella, colpevole di sostenere la famiglia formata da madre e padre naturali. Anche gli attivisti del Pride locale si sono messi in moto. Del resto la segretaria Pd Elly Schlein aveva fomentato il movimento Lgbt contro la ministra, nello scorso gay Pride a Milano («Non tratti i bambini di coppie omosessuali come abusi edilizi»). Il «Coordinamento Bari Pride» definisce quella della ministra «una presenza sgradita sul nostro territorio, come lo è quella di chiunque intenda comprimere la sfera dei diritti». Anche se è lì per presentare il suo libro autobiografico, Una famiglia radicale? Certo, «il richiamarsi alla sua storia di femminista per giustificare posizioni retrive che il femminismo stesso ha superato in un'ottica intersezionale, diventa veicolo di ideologie pericolose in quanto del tutto illiberali e volte al pieno controllo dei corpi». Quanto all'essere stata zittita, «la storia strumentale di una povera Ministra della Repubblica di cui viene messa a repentaglio la libertà di espressione è semplicemente ridicola: si chiama dissenso quello che esprimiamo». Contestano «il governo più a destra nella storia della nostra Repubblica, un governo nemico delle minoranze» e anche il patrocinio della Regione Puglia al festival del libro di Polignano, che ospita la Roccella e anche «Ignazio Benito La Russa». La Roccella, alla Gazzetta del Mezzogiorno, si dice pronta al confronto sul merito, «purché nonviolento», anche per capire «cosa esattamente mi contestano, visto che non è chiaro.

Oggi si spaccia per ribellione un conformismo deprimente e illiberale».

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