Il numero due della Bce, Luis de Guindos Jurado mette nel mirino l'Italia. E lo fa proprio nel momento più delicato per il nostro Paese che deve provare a parare il colpo della procedura d'infrazione che l'Ue si appresta a mettere sul campo: "Dico subito che non voglio fare confronti fra la Spagna e l’Italia. Se mi concentro sull’Italia, credo però che il principale problema sia da tempo la crescita molto bassa. L’Italia non è tornata ai livelli di Prodotto interno lordo (Pil) che aveva nel 2008", afferma in un'intervista al Corriere.
Poi affonda il colpo sul nostro Paese e critica il debito elevato: "Credo ci siano due elementi. Il primo è il livello estremamente alto di debito pubblico, una spada di Damocle che pende sulla testa. Secondo, c’è un problema di riforme strutturali. Ma nell’economia italiana ci sono pro e contro. I contro sono una crescita lenta, il debito pubblico, una mancanza di riforme strutturali e dunque una bassa crescita della produttività". Infine il vice-Draghi entra nel merito del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles e boccia (ancora una volta) l'idea dei mini-bot proposta da alcuni esponenti della Lega: "È una partita bilaterale, dunque da entrambe le parti. Penso sia molto difficile fare passi avanti se non si riesce a costruire fiducia. E poiché stiamo parlando di fiducia e incertezza in tempi difficili, credo che quest’idea di discutere i mini-Bot sia stata un errore".
Infine ricorda le parole del numero uno della Bce: "Draghi ha detto che se fosse una moneta legalmente utilizzabile, sarebbe illegale e che se fosse debito, allora accumulerebbe ancora più debito. Dal mio punto di vista, la conseguenza peggiore è che questo tipo di decisione distrugge la fiducia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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