Luigi GuelpaMentre gli Usa eliminano in Siria e Iraq uomini collegati alle stragi di Parigi, in Belgio ieri è stato sventato un attentato che avrebbe seminato morte e terrore in pieno Capodanno. L'allerta resta altissima, al punto che il ministro degli Interni Jan Jambon, annunciando un pacchetto di misure di sicurezza che entrerà in vigore il 1° gennaio, non usa espressioni di circostanza quando afferma di non sapere «neppure chi vive nel nostro Paese. Se non cambiamo registro accadrà qualcosa di molto più grave dei fatti di Parigi». Uno dei più importanti provvedimenti riguarderà la nascita di una vera e propria banca dati per l'identificazione di sospetti jihadisti. Un registro di nomi che le forze dell'ordine potrà consultare in tempo reale. Sulla nuova linea dell'esecutivo di Charles Michel pesa la spaventosa voragine che si era aperta nella notte tra il 13 e 14 novembre, quando Salah Abdeslam, il braccio armato della strage di Parigi, era riuscito a rientrare in Belgio per rifugiarsi nel quartiere ad alta densità jihadista di Molenbeek. Un errore imperdonabile che di fatto ha rallentato le indagini trasformando Salah in uno dei terroristi più ricercati del pianeta. Oggi potrebbe trovarsi in Siria, dove dieci leader dell'Isis, alcuni dei quali collegati alle stragi di Parigi del 13 novembre, sono stati uccisi in raid aerei della coalizione a guida Usa. Lo ha rivelato il colonnello Steve Warren, portavoce del Pentagono. Tra le vittime risulta esserci Sharaf al Mouadan, collegato alla mente degli attacchi nella capitale francese Abdelhamid Abaaoud. Moudan, ucciso in un raid siriano che risale al 24 dicembre, stava progettando altri attacchi in Occidente. Due giorni dopo a Mosul, in Iraq, è stato eliminato Abdul Qader Hakim, considerato dagli Usa «un prezioso collaboratore» nell'organizzazione degli attentati di Parigi. In attesa dell'entrata in vigore delle nuove misure di sicurezza, il Belgio ieri ha assestato un colpo importante all'Isis, arrestando a Liegi due terroristi che, secondo fonti vicine ai servizi segreti di Bruxelles, stavano progettando un attacco al quartier generale della polizia nei pressi della Grand Place, per poi creare il panico in occasione della festa di Capodanno nelle strade della capitale belga. Festa che potrebbe addirittura essere tramutata in un malinconico ma vitale coprifuoco. Nelle abitazioni dei due, fermati dopo una sparatoria, gli inquirenti hanno trovato vestiti di tipo militare e materiale di propaganda per lo Stato Islamico. Nonostante venga mantenuta l'allerta terrorismo al livello 3 su 4, che corrisponde a una minaccia possibile di attentato, il Belgio resta molto vulnerabile. Lo dimostra l'interrogazione parlamentare presentata dal partito socialdemocratico, che denuncia il ministro degli Interni Jambon di essere stato informato in tempi non sospetti dalla polizia di Molenbeek sugli strani movimenti dei fratelli Brahim e Salah Abdeslam, «ma di non aver fatto nulla per metterli nelle condizioni di non nuocere». Affermazioni che hanno portato il premier Michel a liquidare il responsabile per la sicurezza nazionale Andre Vandoren e sostituirlo con Paul Van Tigchelt.
Da gennaio si cambia musica, perché verrà ritirato il passaporto, fino a sei mesi, a tutti coloro che viaggeranno verso la Siria e l'Iraq senza una motivazione convincente. Nel 2015 ben 420 persone hanno lasciato il Belgio per combattere nella colonna di Al Baghdadi nelle terre del Califfato. Quasi tutti erano maghrebini originari di Molenbeek.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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